Il segreto del mercante di libri – Marcello Simoni



Marcello Simoni
Il segreto del mercante di libri
Newton Compton
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Oggi in libreria  Il segreto del mercante di libri, nuovo capitolo delle avventure del Mercante di reliquie Ignazio da Toledo, primo personaggio cult di Marcello Simoni  che ha riscosso ovunque incondizionato successo sia nazionale che internazionale . Non servirebbe, lo so, ma sulle orme di Monsieur de La Palisse cito ad abundatiam i titoli dei volumi precedenti: Il mercante di libri maledetti, La biblioteca perduta dell’Alchimista e Il labirinto ai confini del mondo, riuniti  di recente dalla casa editrice in una fortunata trilogia. Anno Domini 1234. Il mercante di reliquie Ignazio da Toledo fa ritorno in Spagna dopo ben due anni di assenza. Anni che, da grande esperto di reliquie (oggetti sacri, forse di divina origine tanto in voga nel Medioevo), ha passato a Palermo presso la corte di Federico II formata da eruditi venuti da ogni dove al fianco di Michele Scoto, celebre astrologo e consigliere ufficiale dell’imperatore. Corte famosa e prestigiosa che tutta la cristianità chiamava la corte dei miracoli per l’estrema sapienza dei suoi membri e nella quale venivano accolti senza remore alchimisti, filosofi, medici e scienziati anche di idee e orientamenti religiosi diversi. Il ritorno in Spagna di Ignazio da Toledo sarà orchestrato proprio dallo Scoto che ha ricevuto la pressante richiesta del Magister Sarwardo di Salamanca di un consulto in merito a una preziosa reliquia, che poi si scoprirà essere una antico disco di ceramica della grandezza di una moneta con da un lato sette persone addormentate e dall altro l’effigie di San Cristoforo, rappresentata spesso, anche presso i cristiani con rimandi ad antiche religioni, da un gigante con la testa di cane che porta una bambino sulle spalle. Ignazio da Toledo che, da quando è sbarcato in terra natia, viaggia su un robusto carro con una scorta di quattro uomini armati, ha dato appuntamento al Magister Sewardo in un posto impervio della regione di Leon, al Monastero di San Miguel de l’Escalada, lungo il cammino di Santiago da Compostela. Ignazio ha fretta, l’abate Leocadio, che regge il monastero, gli ha anticipato l’arrivo di un pericoloso rivale che intende evitare. Pertanto, dopo l’incontro con il Magister, vorrebbe ripartire dubito e tornare a casa per riabbracciare la moglie Sibilla, il figlio Uberto, la nuora e la nipotina che non vede dal giorno della sua partenza quasi tre anni prima. Ciò nondimeno, ammaestrato dai tanti rischi di una vita densa di intrighi e di avventure, nel timore che la sua missione possa rivelarsi pericolosa, aveva già richiamato Wilhame, il suo vecchio braccio destro, dall’esilio e dal lavoro di falegname autoimpostosi in Camargue, e Ascelepius il bibliotecario della torre, che la lunga vita ha ormai reso praticamente sordo. Il magister Sarwardo, non perde tempo, spiega, insiste insomma vorrebbe coinvolgere subito Ignazio da Toledo in una sua stravagante impresa: ritrovare la Grotta dei Sette Dormienti, il misterioso, perduto sepolcro, la caverna nelle cui profondità sette giovani avrebbero dormito per duecento anni ininterrotti, senza invecchiare di un solo giorno… I Sette Dormienti!. Ma non sarà certo la ricerca di una leggenda a convincere il mercante a seguire Magister Sarwardo, uomo strano, insondabile ma di indubbia intelligenza, che ha sollecitato aiuto per sbrogliare l’ astruso e fantasmagorico mistero che pare collegato alla antica leggenda dei Sette Dormienti, ma anche la necessità di allontanarsi dal pericolo che incombe minacciosamente sulla sua testa. Il temuto rivale infatti l’aveva preceduto. La trappola era già scattata e Ignazio da Toledo sarà costretto a confrontarsi con un castello di menzogne, inganni e accuse che gravano sulla sua testa e sulla sua famiglia. In sua assenza, infatti, i suoi nemici hanno tramato nell’ombra: su ordine del re, o così pare, e per mano del suo crudele e incontrollabile confessore, il benedettino padre Gonzales, tutti possedimenti del Mercante, assegnati per servizi resi alla corona a suo padre dal precedente sovrano sono stati confiscati. Uberto, unico figlio di Ignazio, per tanti anni da bambino tenuto al riparo e nascosto in Italia, ora marito e padre è stato accusato di aver ucciso in casa sua un uomo per difendersi da un mortale attacco ed è tenuto prigioniero a Mansilla, nella cripta di San Martìn. La moglie del mercante, Sibilla, Moira, sua nuora e sposa di Uberto e Sancha la nipotina hanno potuto trovare rifugio in un convento solo per i buoni uffici della anziana badessa. Per un attimo la famiglia di Ignazio riuscirà miracolosamente e riunirsi, ma sarà per poco perché molto presto dovrà dividersi di nuovo a rischio della vita. Quale torbida e disumana macchinazione si nasconde dietro tante disgrazie arrivate tutte insieme? Qual’è il prezzo da pagare? L’ambiguo frate domenicano, confessore personale di re Ferdinando III di Castiglia detto il Santo, sarebbe l’unico responsabile di tanto accanimento. E se lui, a quale scopo? Non basta, qualcun altro forse sta tramando nell’oscurità? Sono ricomparsi i minacciosi pugnali con per elsa una croce. Eh già, perché contemporaneamente pare che siano risaliti sulla scena, assetatati di sangue e vendetta, anche gli affiliati alla setta dei vecchi sanguinari nemici del Mercante: la Saint-Vehme, i Veggenti, la potente consorteria di cavalieri germanici. Un ritorno alla grande di Ignazio da Toledo in un romanzo, Il segreto del mercante di libri, denso di complotti, delazioni, intrighi , tranelli, cambi di rotta, duelli e tradimenti praticamente a ogni pagina o quasi. Un romanzo, dominato da una spasmodica caccia a un misterioso tesoro, a un astruso e fantasmagorico mistero da rintracciare quasi in capo al mondo che pare collegato alla antica leggenda dei Sette Dormienti. Con un finale da cardiopalma e che ci lascia nell’angosciosa incertezza sul futuro dei personaggi principali. Insomma con l’unica possibilità di chiedere: a quando la prossima fantastica puntata? Come per i romanzi della precedente trilogia, anche stavolta Marcello Simoni ci conquista con una avvincente narrazione, in bilico tra feuilleton alla Dumas e avventura salgariana, che non si mai concede pause. Capitoli brevi e meno si susseguono con bilanciatissimi salti di scenario, densi di personaggi e arricchiti da colpi di teatro che ci costringono a immergerci nelle ardue peripezie dei protagonisti. Con il fiato sospeso, affrontiamo ogni nuovo capitolo, tempestati da un turbinio di eventi che ci spronano a riprendere subito la lettura. Marcello è bravo ci sa fare e ciò che apprezzo di più in lui è la duttilità nel saper ricreare sempre nuove atmosfere, facendo sua la correttezza dei particolari, la capacità di avvalersi senza sbavature di un’accurata ricostruzione storica, prendendo al bisogno personaggi realmente esistiti. La sua, sempre equilibrata e coltissima ambientazione, denota ricerca, costanza, ma anche il piacere di andare a scoprire e far scoprire al suo pubblico elementi ed episodi ormai dimenticati nel tempo. Questo in realtà dovrebbe essere sempre il compito di chi scrive quando tratta di storia. Provare a narrala , non con solo il dotto taglio del saggista ma, utilizzandola accortamente come cornice, riuscire a trasformarla nel palcoscenico dei protagonisti.

Patrizia Debicke

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