Oslo, 2003.
Karsten, studente dell’ultimo anno della scuola superiore, dotato di una brillante mente matematica che lo porta con convinzione a dichiararsi agnostico, intreccia una relazione con Jasmeen, compagna di classe pakistana, musulmana praticante.
La famiglia della ragazza osteggia da subito questo rapporto, minacciando lui, segregando lei.
A sostenere invece i due giovani, spingendoli a non rinunciare all’amore in nome di intolleranze religiose, è Adrian, il loro giovane supplente di storia che si offre di aiutarli per farli incontrare in segreto.
Oslo, 2011.
Sono passati otto anni da quando Karsten è scomparso in circostanze misteriose, ma Synne, la sorella che all’epoca era solo una ragazzina, non si dà pace. Vuole sapere cosa sia realmente successo, vuole sapere perché di quella notte, mentre Karsten veniva inghiottito dal nulla, lei non ricordi nulla. Vuole sapere chi, sempre in quella tragica notte, l’abbia riportata a casa coi vestiti sporchi di sangue, sangue non suo.
Sullo sfondo di questi otto lunghi anni degli incendi dolosi turbano la tranquillità della città Norvegese, e forse hanno a che fare con il giovane studente.
Il signore del fuoco, romanzo di Torkil Damhaug edito in Italia da Atmosphere libri, è un equilibrio perfetto di tensione e suspense che ha in sé tutti gli ingredienti del noir psicologico. Con grande sapienza narrativa l’autore gioca continuamente sul concetto del doppio, facendo interloquire i personaggi in modo tale che nelle loro relazioni l’uno rappresenti il lato nascosto, inespresso o magari oscuro dell’altro.
Sono tanti e importanti i temi trattati, primo fra tutti il conflitto culturale e religioso, argomento su cui, come dice Damhaug “siamo costretti a farci un’opinione, che lo vogliamo o no”. E in questo sta la grandezza del romanzo: nel fornire gli elementi per porsi delle domande, per chiedersi il perché di alcune cose e per approfondirle, senza però mai avere la pretesa di far propendere il lettore per l’una o l’altra tesi.
Il signore del fuoco
Eva Massari
