IM Imago mortis – Fabio Pedrazzi e Paola Dejaco



Fabio Pedrazzi, Paola Dejaco
IM Imago mortis
Pedrazzi Editore
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Nella Seconda Vita (Second Life), ambiente digitale che prende in gran parte la scena in questo thriller, i luoghi sono virtuali ma le emozioni sono vere. Così come sono veri i personaggi principali, il Commissario Luca Dettori e Alexia Lévy-Vroelant, coppia che ritroveremo nelle prossime uscite di quella che si annuncia come una trilogia.
Dietro alle sembianze degli avatar di Second Life ci sono persone coi propri vizi, le proprie manie e tanta curiosità, anche questa molto vera.
Il mondo è “arte_fatto”: gente che si dà appuntamento e si sposta (si tippa) in stanze e località diverse , che si cambia d’abito solo cliccando un bottone -una ball -, che si siede a fare due chiacchiere davanti all’idea del mare. Un mondo fatto ad arte, per riempire il tempo di una seconda vita.
Quattro avatar spariscono improvvisamente da Second Life e quattro uomini vengono trovati morti. Ma questi sono morti veri.
Quattro persone uccise mentre fanno sesso, torturate, con l’assassina che li fissa negli occhi.
Ed il gioco comincia. Comincia per il Commissario di Polizia Luca Dettori che costruisce la sua seconda vita legandosi all’Avatar più celebre, più bello, più enigmatico: Alexy Solo. E’ insieme ai due personaggi che assistiamo allo scorrere delle vite, reali e non, dove la manipolazione diventa parte fondante del gioco.
Ed è proprio in questo territorio, nella Second Life, che si svolgono le indagini. Perché per scoprire il gioco, bisogna giocare.
Il girovagare, da imbranato, nelle stanze e nelle location è fonte di scoperte importanti, per il Commissario Dettori. Con la sua goffaggine, naturalmente, non passa inosservato ma, seppure inizialmente impacciato, si cala poi perfettamente nel suo avatar (od il suo avatar in lui?) ed alla fine il lavoro paga, nella Second Life ed in quella reale.
Imago mortis è un thriller fatto di scene e chat riportate nelle espressioni gergali, nelle immagini tridimensionali dove anche chi legge viene trascinato, grazie ai dialoghi coinvolgenti e diretti, fedeli trascrizioni delle conversazioni tra i personaggi, veri e non.
Se la vita è un’opera di teatro (senza prove), qui di vite ne abbiamo tante.
Ed il teatro è incessante, continuo. Non ci sono capitoli infatti in questo libro, ci sono scene. C’è una vita reale, una seconda vita che vorremmo, e tante altre vite. Quelle che gli altri pensano che abbiamo.
E poi ci sono tutte queste occupazioni, i bisogni di persone che da dietro uno schermo fissano il vuoto, per ammazzare il tempo.
Ma, ricordando Montale, sono pochi quelli capaci di guardare con fermezza il vuoto ed ecco perché c’è la necessità di riempire questa apprensione, per il timore che il vuoto si presenti ancora.
Una storia di seconde vite che ammazzano il tempo. Col rischio di finire ammazzati, ammazzati davvero.

Marinella Giuni

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