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Nonostante Montalbano sia ormai “avanzato con gli anni, stanco e non gli va di lavorare” (parole del suo celeberrimo creatore Camilleri), il commissario di Licata colpisce ancora e per la seconda settimana è al vertice della nostra classifica. La danza macabra dei gabbiani che agitano freneticamente le ali prima di morire, incuriosisce i lettori e frutta circa 30mila copie vendute.

Seguendo scrupolosamente il mantra del Presidente (in questo caso del Milan, ma in fondo di tutto/i), “voglio vincere tutto e voglio divertire” e attenendosi semplicemente ai risultati, Carlo Ancellotti ha effettivamente vinto tanto. Questa settimana ha anche ottenuto il settimo posto nella classifica dei libri più venduti e addirittura il primo nella top ten della varia. Centrocampista un po’ lento, ma testardo e con una lucida visione di gioco, arrivato alla soglia dei cinquanta, Carletto tira le somme di una vita e di una carriera fortunate, e pubblica Preferisco la coppa, la sua biografia, scritta a quattro mani con Alessandro Alciato, giornalista di Sky. E, nonostante il mezzo secolo, “per lui un futuro da ambasciatore del calcio italiano all’estero. Perché Carletto è un prodotto doc, da esportazione”,  parola di Paolo Maldini, che cura la prefazione.

Vita, partite e miracoli di un normale fuoriclasse recita il sottotitolo del libro di Ancelotti. E i miracoli (finanziari) e le spericolate operazioni bancarie mascherate da opere di carità e fondazioni di beneficenza sono al centro di Vaticano Spa (Chiarelettere), seconda novità della settimana. La storia raccontata da Gianluigi Nuzzi, inviato di Panorama, è totalmente inedita. Parte da un dossier immenso (circa 4mila documenti, tra lettere, bilanci, verbali e bonifici), custodito in Svizzera e da oggi accessibile al pubblico: l’archivio di monsignor Renato Dardozzi (1922-2003), tra le figure più importanti nella gestione dello Ior (Istituto Opere di religione) fino alla fine degli anni Novanta. Conti intestati a banchieri, imprenditori, immobiliaristi, politici tuttora di primo piano, compreso Omissis, nome in codice che sta per Giulio Andreotti. I soldi di Tangentopoli (la maxitangente Enimont) che passano dalla Banca vaticana: titoli di Stato scambiati per riciclare denaro sporco. Una “lavanderia” utilizzata anche dalla mafia per spregiudicate avventure politiche. Insomma un paradiso (fiscale) nel pieno centro di Roma perché, come soleva affermare Monsignor Paul Marcinkus, presidente dello IOR: “si può vivere in questo mondo senza preoccuparsi del denaro? Non si può dirigere la Chiesa con le Avemarie”

Francesca Colletti

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