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Nella classifica di inizio agosto domina la Zia Mame di Patrick Dennis, nonostante Gad Lerner, sulle pagine di Vanity Fair della scorsa settimana abbia fatto sapere che “ è un brutto segno se il vecchio Zia Mame, una farsa sopracciò buona per vendere due milioni di copie agli americani benpensanti di una lontana epoca conformista, sia diventato il libro alla moda dell’Italia 2009”.
Sarà anche una “vaccata” per dirla alla Lerner, ma sta di fatto che la vecchia zia spodesta Montalbano e troneggia su tutti, compresi il vincitore dello Strega- Stabat Mater di Scarpa è al terzo posto- e lo scrittore idolo degli adolescenti: gli sposini di Moccia scendono in sesta posizione.
Magari Zia Mame riesce a far rientrare nei ranghi anche Papi, descritto dal trio Travaglio-Gomez-Lillo, balzato al quinto posto, new entry, edita da Chiarelettere, in questa classifica di inizio agosto. “Senza ipocrita moralismo- come fa notare Luciano Genta su TuttoLibri- perché la zia scialacqua denari e virtù, non pone freni alla libido, ma insomma, my darling, con un po’ di classe, sempre con le buone maniere, con raffinatezza ed eleganza, senza andare a zoccole e ridursi ad essere trasformato in pagliaccio in un night di Parigi”.
A sorpresa risale la classifica Giorgio Faletti (ora in settima posizione) e a sorpresa scende- in tre settimane è passata dal primo all’ultimo posto- l’Enciclica di Papa Benedetto XVI, Caritas in veritate, che indaga alla luce della fede, della ragione e dell’etica cristiana la crisi del modello di sviluppo capitalistico.
“La letteratura deve far accendere una luce nella testa”, dichiara lo scrittore Vincenzo Cerami in un’intervista a la Repubblica sui risultati di uno studio americano secondo cui la nostra mente elabora le parole che vediamo scritte allo stesso modo degli eventi reali. Sarebbe questo il motivo per cui i lettori s’immedesimano nei personaggi dei racconti. Sarà anche per questo motivo che in questi giorni negli Usa è altissima l’attesa per l’ultimo romanzo di Thomas Pynchon, Inherent Vice, il cui protagonista, Doc Sportello, è un investigatore privato che sta a metà tra Philip Marlowe e Michey Spillane, Il grande sonno e Il grande Lebowski. Del nuovo romanzo, che sarà pubblicato in Italia da Einaudi nel 2010, Il New Yorker dice che “il vecchio romanzo hard boiled, duro, con Ineherent Vice rinasce e diventa soft boiled”. Aspettiamo fiduciosi.

francesca colletti

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