Marc Pastor, autore de “La Maledetta” (Giano) è un autore catalano, che pensa, scrive e si esprime in catalano. Di passaggio in Italia, alla Passione per il delitto e a Roma, si è sottoposto a un tour di interviste in cui presenta Enriqueta, la donna vampiro che prostituiva, uccideva e mangiava i bambini e dai loro corpi ricavava unguenti e pomate miracolose per la ricca borghesia di Barcellona. Storia vera di una donna molto potente che grazie a ciò era riuscita a salire parecchi gradini della scala sociale.
Perché hai scelto di fare parlare la morte in prima persona nel romanzo?
La morte è il personaggio che unisce tutti, conosce tutte le storie e i punti di vista per far combaciare il puzzle di cui è composta la storia. Ognuno dei personaggi ha la propria verità, solo la morte ha la verità assoluta, di fronte alla morte siamo tutti uguali.
Come mai tutti i tuoi personaggi hanno qualcosa di cattivo e negativo?
Perché vivevano in un’epoca cattiva in cui non vi erano valori morali uguali a quelli di oggi. I comportamenti di Corvo, che andava con le prostitute che perseguiva come poliziotto o che tratteneva una parte del denaro che confiscava erano normali per l’epoca. Ciascuno aveva tanto dolore da cui consolarsi, Corvo si consolava con le prostitute e Enriqueta rubando i bambini.
Qual è stata la reazione in Spagna all’uscita de “La maledetta”?
E’ stata simile alla mia quando ho ascoltato questa storia per la prima volta. In seguito l’avevo letta nel 2007 su El Paìs quando ero già a metà della stesura, la gente si interessò molto a Enriqueta. Il libro è uscito in un momento in cui la gente aveva già sentito la storia e voleva saperne di più.
Era già uscito Montecristo …
E’ il prequel de La maledetta. Protagonista è Andreu Corvo, il nipote dell’ispettore Covo. E’ l’unico contatto ma spiega perché Corvo si sente obbligato a proteggere i bambini, c’è anche Makaloff.
Dove hai preso i tuoi personaggi?
Alcuni sono realmente esistiti, Enriqueta, Vagner, Pujalò, Teresita e Angelina che nella versione catalana parlano con parole antiche di inizio secolo. Bocanegra è inventato, serve per parlare con Enriqueta. Anche il capo della polizia e alcuni poliziotti sono falsi.
In che genere iscrivi questo romanzo?
E’ una novela negra, ma scrivendola avevo in mente il western, con i gitani, gli indiani e chi va a cavallo. La Barcellona d inizio secolo è simile al selvaggio West.
Cosa fai oltre a scrivere?
Sono funzionario di polizia alla scientifica, dal 2005. Noi siamo più bravi e simpatici del CSI. Vado sui luoghi del crimine a fare i rilevamenti vestito di bianco con una tuta che tiene molto caldo e fa sudare. Poi studio i reperti in ufficio con le foto e i video.
C’è molta criminalità a Barcellona?
Ci sono alcuni omicidi ma non è una città pericolosa. La maggioranza dei crimini sono di piccola tacca.
Stai scrivendo qualcos’altro?
Sto finendo un romanzo di ambientazione contemporanea, Twilight Zone, non è un noir puro ma ne ha molto. Sempre a Barcellona.