Intervista a Paola Barbato ospite a Paura sotto la pelle 2

Abbiamo fatto le stesse domande a alcuni degli ospiti che interverranno a Paura sotto la pelle 2.
Domande ” da paura” ovviamente…
Divertitevi leggendo le risposte che hanno dato.
Ecco le riposte di Paola Barbato   attualmente nelle librerie con Io so chi sei, Piemme e sceneggiatrice di Dylan Dog.

41xRLjnImRL._SX324_BO1,204,203,200_La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto. (Howard Phillips Lovecraft). Sei d’accordo?
Abbastanza, l’essere umano ha perso quasi tutti i propri istinti e la paura è uno dei pochi che ha preservato. Guardarsi dall’inconosciuto è una delle forme più primitive di autodifesa.

La paura è una componente fondamentale della natura umana, è con noi dalla nascita. Cosa ti fa paura? Come la esorcizzi?
Io ho paura letteralmente di tutto, sono fobica nei confronti di determinate cose ma vedo il potenziale di pericolo in molte altre, che vanno dai fenomeni naturali agli altri esemplari della mia specie. che posso farci? Utilizzo un’altra caratteristica umana, la capacità di adattamento. Mi ci sono abituata. Ho paura sempre, e quindi è come se non avessi paura mai.

Da bambina qual era la tua favola preferita? Amavi quelle paurose?
No, non amavo le storie paurose e la mia preferita era quella del piccolo indiano Penna Bianca che mi raccontava mio padre. Non so se fosse tutta una sua invenzione o se avesse attinto dalla versione Disney.

Quale percorso ti ha portato a scrivere storie che hanno a che fare con la paura, con i timori e con le ansie?
Scrivo cose che mi assomigliano, la mia narrazione non è alienante, non mi allontana da me stessa, altrimenti non sarei capace di stendere due righe. Scrivo di ciò che conosco, la paura, e la declino in tutte le maniere possibili, esplorandola, riconoscendola. La consapevolezza, secondo me, è un’arma molto potente.

Come si riescono a trasmettere queste sensazioni con le parole?
Scegliendole per efficacia e non per compiacimento. Qualche volta avvicinare due termini che di solito non si metterebbero assieme suscita più effetto che una descrizione roboante.

Per far paura sono più efficaci scene truci e truculente o la normalità che si trasforma improvvisamente in incubo?
La seconda senza alcun dubbio. La paura non è una grancassa ma una nota di violino, più sottile è più a fondo va.

35493918_10214886065932867_9002010693729255424_nLa paura tra parole e immagini. Difficoltà e tecniche per instillare il timore nel lettore.
Più ti avvicini a lui più rendi la sua paura credibile. Evocare immagini auliche non serve, bisogna usare il noto, l’innocuo, il quotidiano, l’oggetto che può trovare accanto a sé mentre legge. Ne momenti di maggiore pathos la mia lingua si semplifica al massimo, muovendosi per impulsi, a flash, evocando invece che descrivere. Perché è DENTRO il lettore che la paura scatta, quindi è necessario raggiungere un nucleo primordiale che possa appartenere a tutti.

Sono cambiate le nostre paure? E il modo di descriverle? – Il maestro assoluto della paura di oggi, il Re, dice che la sua ispirazione è sempre, da sempre, il babau, ‘uomo nero. Quante declinazioni può avere oggi l’uomo nero? Escludendo ovviamente la deriva razzista.
Nulla è più terrificante della nostra specie, se venisse chiesto a un campione di persone cosa temono di pià il risultato deriverebbe in gran parte dall’agire di un altro essere umano. Le paure quindi hanno smesso di protendersi verso l’altrove andando a concentrarsi sempre più su di noi. Paura di assassimi, persone possedute, pazzi, veicolatori di male, la paura, oggi, è di matrice umana. Che sia nero, rosso, giallo o blu a fare paura è sempre più l’uomo.

Sono sempre di più gli autori che mescolano al noir l’ironia e la risata, un modo per esorcizzare la paura o un modo per sottolinearla e renderla ancora più efficace?
Non so quanto la farsa aiuti la paura, mentre è grande sostenitrice della tragedia. Il riso smorza la tensione, è un elemento innaturale in certi tipi di storie, a meno di non dedicarvi uno spazio isolato.

I tuoi riferimenti letterari o cinematografici di genere sono…
Stephen King sopra tutto e tutti, ovviamente, Hitchcock, ma anche i film di David Fincher, ha una straordinaria gestione del ritmo. Amo molte serie tv, ci sono buone cose in “American Horror Story”, in “Black Mirror”, recentemente ho apprezzato “Dark”. Per il resto sono onnivora, una buona idea per una storia di suspense può arrivare da qualunque parte.

L’appuntamento con Paola Barbato  e gli altri ospiti di La paura sotto la sotto la pelle 2, brividi nelle parole e nelle immagini.
Giovedì 29 e venerdì 30 novembre 2018, ore 10.00 e 14.30,
Aula magna Giovanni Pascoli e aula Forti -Via Zamboni 32-BO
Tutte le informazioni  qui

Qui la nostra recensione a Io so chi sei
Qui un’altra nostra instervista a Paola Barbato

Cristina Aicardi

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