Intervista a Piernicola Silvis – La lupa

41PzDywppULPiernicola, nonostante il cattivo sia nuovamente zio Teddy, la vera protagonista del suo ultimo romanzo è una donna. Perché questa scelta?
Il protagonista reale è Renzo Bruni, il poliziotto dello SCO, quindi è lo Stato nella sua lotta contro la criminalità organizzata. È vero però che il personaggio della Lupa è importante. Il motivo per cui lo è, tuttavia, non posso rivelarlo, perché è il lettore che lo deve comprendere andando avanti nel libro. E non c’entra il fatto che sia una donna, il motivo è esclusivamente nella trama.

La Puglia del suo romanzo è lontana anni luce dalle spiagge alla moda del Salento, eppure il Gargano e la Capitanata sembrano davvero le location ideali per il giallo. Quanto ama lei questi posti?
Sono posti che frequento da quando ero bambino, e a quel tempo per me erano solo spettacolarmente belli e vacanzieri. Tornando a Foggia da Questore, però, ne ho visto l’altra faccia. Nei miei libri ho cercato di descriverli in modo oggettivo, spiegando le ombre e le luci della provincia di Foggia, che sono parecchie. Movida e cultura, clan e omicidi. É la realtà, non potevo distaccarmene

Un serial killer di bambini è una sorta di particolarità nella letteratura di genere italiana, non ha temuto che potesse essere risultare troppo forte per i suoi lettori?
Sì, ma anche questa è realtà, purtroppo. Il personaggio di zio Teddy si ispira a fatti di cronaca realmente accaduti. E comunque le imprese criminali del serial killer lasciano il posto, dalla metà di Formicae, allo strapotere del crimine organizzato. Ed è lì, credo, che sta l’originalità delle due trame. Non intendevo fare il “solito” serial killer psicopatico, anche perché da noi in Italia – a differenza che negli USA – sono figure delinquenziali rare. Il serial killer è stato per me una sorta di cavallo di troia per poter parlare della guerra fra stato e mafia nel foggiano. In ogni caso, non sono uno che ama il sangue, per cui non descrivo le scene cruente, ma le lascio immaginare. Certo, questo può essere anche più disturbante, la fantasia di ognuno di noi lavora molto. E spesso lavora nell’oscuro, non nel luminoso. E comunque scrivo thriller, e mi si richiede di creare suspense. Se un giorno mi si dovesse chiedere di scrivere un romanzo sentimentale, il mio compito sarà di sedurre il lettore. Ma credo che non succederà mai

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In La Lupa lei non risparmia nulla a chi legge, dalla suspense alle scene più cruente, dalla ferocia di alcuni protagonisti alla determinazione di altri. Quale è però il suo personaggio preferito?
Purtroppo, alcuni degli episodi omicidiari descritti sono realmente avvenuti. Per pietas nei confronti delle vittime, e per la ovvia privacy, ho modificato nomi e luoghi, ma quello che è successo è descritto nei dettagli. I miei personaggi preferiti sono Renzo Bruni e il suo modo di essere onesto fino in fondo pur con l’anima in tumulto, e John Piazzolla, che – a parte Bruni e gli altri – è un personaggio brusco e solitario ma molto sfaccettato. Forse è il più riuscito, tanto da avergli dedicato la pagina finale, che, si sa, è di un’importanza fondamentale in un romanzo come in un film

Se dovesse racchiudere tutto il suo lavoro in un’unica frase quale sceglierebbe e perché
Bella domanda. Difficile, direi. Diciamo che invento storie e le gestisco per portare chi legge alla fine nel più breve tempo possibile. Ma, visto che qualcuno me le pubblica e qualcun altro le legge, ne approfitto per far riflettere il lettore. Può andare?

MilanoNera ringrazia Piernicola Silvis per la disponibilità
Qui la nostra recensione a La lupa
La foto di Piernicola Silvis è di @Anna Maria Salvatore

 

Antonia del Sambro

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