Intervista a Alessandro Bongiorni – Strani eroi

download (2)Nell’anniversario del rapimento di Moro Frassinelli Editore pubblica Strani Eroi uno dei noir più avvincenti e originali del 2018 dove il fatto di cronaca, politica e società più importante e grave degli anni del terrorismo si unisce a amalgama alla storia personale di nuovi e strani eroi dando vita a una trama che lascia il lettore senza respiro dalla prima all’ultima pagina. L’autore, Alessandro Bongiorni, nato a Milano nel 1985 e ospite alla Fiera Internazionale del Libro, dove ha raccolto consensi da parte di pubblico e critica è considerato uno dei più promettenti autori di noir italiani.

Milanonera lo ha intervistato a Tempo di Libri  facendosi raccontare tutto sulla sua ultima fatica letteraria.

sono i suoi personaggi, i protagonisti di questo lavoro. A chi si è ispirato per la loro costruzione?
I personaggi principali li ho creati da zero e per ognuno di loro ho avuto una ispirazione diversa. Cinzia, la prostituta, è nata dal mio desiderio di inserire per la prima volta in un mio libro la figura della donna fatale e contemporaneamente per lei ho preso ispirazione da Anna la Rossa, la celebre spia russa. La figura del colonello Antonio Ruiu nasce dal fatto che mi piaceva avere un personaggio vicino a Cossiga e che fosse una persona di fiducia del Ministero dell’Interno proprio di quel periodo per quel ministro. Il personaggio del giornalista Carlo Peres nasce, invece, dall’esigenza di affiancare i celebri giornalisti che lavoravano all’Unità in quel momento e che si sono occupati poi con professionalità del rapimento e del delitto Moro con un collega che lavorasse all’interno della redazione anche lui.

Strani Eroi è un romanzo ambientato negli anni Settanta ma scritto con un linguaggio del tutto attuale e contemporaneo. È una scelta voluta per creare un contrasto o solo una svista autoriale?
Assolutamente è una scelta voluta. Il linguaggio attuale usato in questo lavoro è quello mio è come scrivo sempre e mi sembrava un rischio adattare lo stesso alla trama o allo stile degli anni Settanta. Se avessi retrodatato stile e linguaggio avrei rischiato di sembrare posticcio o peggio sarebbe risultato posticcio l’intero romanzo e non era sicuramente quello che volevo.

27544831_10159873262080117_6117246906896911861_nTu sei molto giovane e quindi non hai nessun ricordo del sequestro e in seguito dell’uccisione di Aldo Moro eppure riesci a raccontare meravigliosamente il clima e l’ambientazione dell’epoca. Quanto di questo avvenimento è ancora così presente nella coscienza di tutti gli italiani a tuo avviso?
Partiamo dal dire che il racconto del sequestro Moro è per me un mezzo, uno strumento per narrare poi i tre personaggi, è indubbio altresì che la verità che abbiamo tutt’oggi sull’accaduto non è chiara. E questo nonostante tutti i processi e le indagini che sono state svolte nel corso dei decenni. Quello che posso raccontare io e che mi ha colpito moltissimo è la memoria dell’accaduto ancora del tutto intatta nei contemporanei di quel tempo. Durante le mie ricerche per la costruzione di questo libro tutti i testimoni dell’epoca si ricordavano esattamente cosa stessero facendo quel giorno o dove si trovassero. Se dovessi fare un paragone con i giovani della mia generazione dire che è capitata la medesima cosa con l’11 settembre 2001. Ognuno di noi si ricorda perfettamente cosa stesse facendo e dove si trovava nel preciso momento in cui crollarono le torri a New York. E questa memoria storica mi ha aiutato moltissimo a narrare quello che era il clima degli anni Settanta. Raccontando la storia di Strani Eroi anche per quelli che all’epoca non cerano proprio come me.

Basta fare un giro per questa Fiera del Libro per capire quanto la città di Milano sia la vera protagonista di buona parte di noir e dei gialli presenti negli stand degli editori. E lei con il suo romanzo non fa eccezione. Come mai questa scelta imperante del capoluogo meneghino?
Milano è sempre stata una location ideale per scrivere un buon giallo o un buon paliesco anche perché c’è una grande tradizione di giallisti milanesi che parte da Scerbanenco e arriva fino a Carpanzano. Il perché sia così, però, non lo saprei dire. È come se fosse un giallo nel giallo, un mistero nel mistero.

MilanoNera ringrazia Alessandro Bongiorni per la disponibilità

 

Antonia del Sambro

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