Intervista a Federico Baccomo – Anna sta mentendo

71Gy+YLBU1L (1)Federico Baccomo è un ex avvocato milanese che qualche anno fa ha lasciato la professione per dedicarsi completamente alla scrittura. Suoi sono, a esempio, Studio Illegale, Peep show e il fortunatissimo, tenero e ironico Woody.
In questi giorni, sempre per Giunti, è uscita in libreria (e in ebook) la sua ultima fatica letteraria, Anna sta mentendo, un raffinato e al tempo stesso divertente thriller psicologico, ma non solo, che parla del controllo della tecnologia sulla mente umana.

Federico, ho definito il tuo ultimo romanzo, Anna sta mentendo, un thriller psicologico. Sei d’accordo con questa definizione?
Mi sembra un’ottima definizione. Descrive un paio di colonne su cui speravo si reggesse questo piccolo tempio narrativo: l’atmosfera di suspense che spinge da un capitolo all’altro e il cuore emotivo-psicologico della storia che ho provato a raccontare.

Vuoi accennarci brevemente alla trama?
L’incidente narrativo è molto semplice e per me intrigante: un ragazzo, all’alba di una storia d’amore, prima di andare a dormire si ferma a scambiare qualche messaggio con la propria ragazza. Improvvisamente, al posto di quella snervante scritta “sta scrivendo…” che occupa la parte alta dello schermo, si accorge che a volte il telefono gli rimanda la scritta “sta mentendo”. Da qui il protagonista – e mi piacerebbe anche il lettore – si trova perduto al centro di un labirinto di cui sembra impossibile indovinare l’uscita.

Come ti è venuta l’ispirazione per questa storia, tanto assurda (ma a ben pensarci neanche poi tanto) e altrettanto ben scritta da sembrarci assolutamente vera?
È stata una piccola fulminazione, di quelle che cominciano con l’espressione: “Cosa succederebbe se…”? In questo caso, mi sono immaginato uno scenario in cui questo piccolo e apparentemente inoffensivo affare – il telefono – che media buona parte delle nostre conversazioni, potesse svelarci la menzogna dell’intelocutore. Da lì, ho avuto la sensazione che si allargasse un ampio orizzonte narrativo.

Riccardo Merisio è un grande amante dei libri… quanto altro di Federico Baccomo c’è in lui?
Riccardo è uno strano personaggio: è nato quasi come un mio opposto (ad esempio è un romantico, quando io tendo a essere un pochino più freddo) ma piano piano si è rubato tanto della mia vita, e forse, scrivendo, qualcosa di lui ha finito per rimanere dentro me (ad esempio ho detto “romantico” quando forse prima di conoscerlo meglio l’avrei definito “sdolcinato”).

Vuoi parlarci un po’ di più dei temi centrali del tuo romanzo – il controllo della tecnologia sulla mente umana, le ambiguità che si celano nel web, il rapporto fra realtà e fantasia e verità e menzogna? E, soprattutto, come sei riuscito a parlare di tutti questi temi senza annoiarci, anzi divertendoci parecchio e mettendo oltretutto nelle tue pagine una grandissima suspense?
Mi fa molto piacere leggere queste parole. A volte, da autore, guardo ai libri che ho amato di più, quelli che m’han tenuto appiccicato a un divano finché non arrivava l’ultima pagina, e mi sembra che avessero ingredienti di azione (fughe, duelli, vendette, grandi passioni, grandi nemici, isole lontane) che a un autore contemporaneo restano preclusi. Poi mi son reso conto che forse quegli stessi autori che ho amato sarebbero impazziti dalla gioia ad avere la possibilità di raccontare questo folle mondo d’oggi. Da qui, l’idea era di provare a cimentarmi con la materia moderna utilizzando il gusto antico del racconto. E, così, mi è sembrato un dono poter affrontare una storia su come si declinano i nostri nuovi rapporti, su cosa sia oggi la fiducia e la diffidenza, su come questo nostro tempo fatto di comunicazioni e relazioni continue possa arrivare, paradossalmente, a farci sentire soli come mai ci si è sentiti prima, su come la paranoia spesso informi le nostre esperienze, su questa realtà che pare finta e su questa finzione spacciata per reale.

Secondo te siamo ormai completamente dominati – magari inconsapevolmente – dalle app e dalla tecnologia o abbiamo ancora qualche speranza di controllare autonomamente le nostre decisioni e la nostra vita?
Mi vien da pensare che autonomi e liberi non lo siamo mai stati, troppo dominati come siamo dalle passioni. Quello che forse la tecnologia e il progresso ci offrono oggi è la possibilità di dare libero (e massimo) sfogo a queste passioni, fin quasi all’eccesso: abbiamo migliaia di amici, scriviamo migliaia di messaggi, scattiamo migliaia di foto, riveliamo tutto di noi, siamo come nudi, alla ricerca di nuovi centimetri da spogliare.

WhatsTrue sa distinguere tra menzogne e verità… cosa succederebbe nel mondo reale se davvero esistesse un’app del genere?
Un putiferio. La menzogna è vista sempre nella sua accezione negativa, ma in fondo non è che una possibilità espressiva. Dire a qualcuno contento dei suoi pantaloni che gli fanno il sedere grosso non ha mai aiutato un’amicizia a rinsaldarsi. Con questo naturalmente non voglio difendere le bugie, solo mi piacerebbe regalare loro il beneficio della sfumatura.

Detto fra noi: le bugie sono sempre da condannare?
È buffo che, se lo fossero, non avremmo nemmeno i nostri amati romanzi: la più strutturata e laboriosa delle bugie che l’uomo è riuscito a sviluppare.

Federico, nei tuoi libri tu riesci a spaziare fra temi, linguaggi e atmosfere diversissimi. Da dove ti deriva questa tua poliedricità e, a monte, questo grande amore per la scrittura?
Credo che siano figli di una grande curiosità. Quando leggo (e quando scrivo) forse lo stimolo più forte viene dal pensiero: qui non ci sono mai stato, andiamo un po’ a vedere che cosa c’è.

Progetti in itinere e sogno nel cassetto di Federico Baccomo?
I progetti son sempre tanti: c’è un libro nuovo, molto bizzarro, una sorta di piccolo fallimento che porto avanti da anni e vorrei riuscire a concludere, e qualche lavoro per il cinema e la televisione. Quanto ai sogni, un giorno molto, molto lontano, mi piacerebbe trovare il coraggio e le orecchie disponibili per presentare i risultati della forma di composizione artistica in cui, con molto pudore, mi metto alla prova da quando son ragazzino: le canzoni.

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