Intervista a Franco Forte – Cesare il conquistatore

download (1)Un incontro dopo tanti mesi che mi permette di ascoltarti mentre parli del tuo nuovo libro Cesare il conquistatore, che è andato a ruba, davanti all’affollata platea del Festival Stranimondi e di vederti in grandissima forma. Qualche domanda per MilanoNera:

Tu scrivi soprattutto di storia, perché?
In realtà scrivo un po’ di tutto, però la Storia, quella con la “S” maiuscola, mi ha sempre affascinato. Credo che il retaggio del nostro passato sia importante per conoscere meglio noi stesi e la società moderna, e il fatto che molti ignorino gli insegnamenti che la storia ci ha dato, è uno dei motivi per cui l’umanità continua a ripetere in maniera incessante i propri errori. La corruzione, il sistema delle mazzette negli appalti, la gestione della politica non per fare gli interessi del cittadino ma per gestire il potere personale, seguono schemi assolutamente identici a quelli che corrodevano fin nel midollo l’antica società romana, al tempo dei Cesari. Come dire che il tempo passa, ma noi non siamo capaci di imparare dai nostri errori e fare meglio di chi ci ha preceduto. Eppure la Storia ce lo spiega molto bene… Per questo mi piace raccontarla e diffonderla il più possibile.

Hai scritto romanzi storici con importanti personaggi, alcuni addirittura hanno fatto la storia. Tra loro quale preferisci?
C’è un personaggio che più di tutti mi ha affascinato e sorpreso, e che ha vissuto in un modo che ben pochi altri esseri umani possono vantare. Si tratta di Gengis Khan, l’uomo che ha creato l’impero più vasto della storia, più grande di quelli di Alessandro, Napoleone e dell’antica Roma messi insieme. Un sovrano apparentemente crudele eppure illuminato, il più ecumenico fra quelli che hanno segnato i corsi e ricorsi della storia umana, e dunque per questo condannato dall’Occidente cristiano e bollato come l’Anticristo, perché restio a lasciare che la religione (in realtà qualsiasi religione, non solo quella cristiana) si diffondesse nel suo impero prevaricando sulle altre. La sua legge era chiara e, secondo me, molto moderna: chiunque, fra i popoli sottomessi da Gengis Khan, poteva continuare a professare la sua religione, purché non cercasse di imporla ad altri. Un concetto che tanti, troppi, ancora oggi non riescono a comprendere, scatenando conflitti in tutto il mondo. Gengis Khan lo aveva fatto nel 1200…

Cos’è per te l’avventura?
La possibilità di vivere un sogno a occhi aperti. Lo si può fare in un libro, con un film, con un brano musicale, oppure contemplando un’opera d’arte. E’ avventura quando la mente è libera di travalicare i confini e correre sulle steppe sconfinate del sogno e dei nostri più intimi desideri.

Come e perché ti è venuto in mente di resuscitare Giulio Cesare e di regalargli una seconda vita?
Ho studiato a lungo Giulio Cesare, soprattutto quando ho realizzato la sceneggiatura di un film TV che è stato trasmesso da Canale 5 e gira ancora su Discovery, e sempre mi sono chiesto: com’è possibile che Cesare, che era l’uomo più potente e determinato dell’epoca, e che teneva in scacco Roma, si sia lasciato uccidere in quel modo, durante la congiura delle Idi di Marzo? Perché ha licenziato la sua scorta personale proprio pochi giorni prima? Perché anche se tutti lo avvisavano di non andare alla Curia dove lo avrebbero ucciso (c’è chi gli ha persino messo in mano un biglietto con scritto sopra tutto), lui ha ignorato ogni avvertimento, e con un gesto del tutto privo di buonsenso (certamente non tipico di un uomo come Cesare) è andato a farsi ammazzare? Insomma, leggendo gli storici antichi, trapelano così tanti particolari che stonano da avermi sempre fatto pensare che ci sia stato qualcos’altro, dietro quell’episodio, qualcosa che un uomo intelligente e pianificatore come Gaio Giulio Cesare doveva avere architettato di persona. Che cosa? Be’, lo spiego nei miei due romanzi che compongono la saga di “Cesare ai confini del mondo”, quindi direi che la cosa migliore per capire cosa intendo sia provare a leggerli…

D’accordo con te. La storia di “Cesare il Conquistatore” non si chiude veramente. Ci sarà un seguito? Oppure cosa si prepara?
Questo ancora non lo so. Da un certo punto di vista i due romanzi della saga, “Cesare l’immortale” e “Cesare il conquistatore” , arrivano al punto cruciale, e dunque potrebbero anche definirsi conclusi. Ma… con personaggi come Giulio Cesare c’è sempre da pensare che prima o poi possano tornare in gioco, non credi?

Non c’è dubbio  e poi ora che è diventato immortale… Ma torniamo a te. Ti astrai completamente quando scrivi o quanto c’è di te nei tuoi libri?
Astrarmi? No, tutt’altro. Sono sempre ben calato nei miei romanzi, nei miei personaggi, nel mondo che descrivo. E non perdo mai di vista il mio ipotetico lettore, che deve avere sempre tutto chiaro e non deve porsi strane domande, non deve avere dubbi o la tentazione di tornare indietro per rileggere qualcosa che non ha capito. Il che significa, da parte mia, tenere un piede sempre nel presente e un altro nella mia storia. Se mi astraessi, questo non sarebbe possibile. Dopodiché… nei miei libri c’è sempre tanto di me, questo è ovvio, anche se mi piace mischiare le carte e rendere più difficile di quello che si pensi capire cosa e di che si tratta.

Quale personaggio dei tuoi  due “Cesari” preferisci?
Senz’altro Cicerone. Un uomo intelligente ma pieno di difetti, tenace ma pavido, borioso eppure capace di grandi slanci di altruismo. La spalla perfetta per uno come Giulio Cesare, quando c’è da affrontare una battaglia terribile e difficile come quella che li impegnerà durante la ricerca del segreto dell’immortalità.

Giallo e storia. Indubbiamente un connubio affascinante. E tu metti una particolare attenzione ai particolari e all’ambientazione. Quanto è difficile e faticoso seguire questo percorso? E quanto studio e ricerche chiede?
Se non si studia il mondo di cui si vuole scrivere, e in cui si vuole portare il proprio lettore, allora non si può fare un buon lavoro, questo deve essere chiaro. Troppi aspiranti scrittori pensano che basti consulare Wikipedia per avere tutto ciò che serve, e i risultati si vedono. Chi scrive romanzi storici deve sapere tutto del periodo di cui scrive e degli uomini che metterà in campo, perché solo così potrà delineare con la fantasia i percorsi ancora oscuri tracciati dalla storia, rendendoli il più possibile coerenti e credibili con i lasciti degli storici antichi e gli studi di quelli moderni. Io prima di cominciare a scrivere un romanzo impegno mesi e mesi immergendomi nello studio profondo di epoche e personaggi storici, e solo quando mi sento davvero pronto comincio a tratteggiare le mie storie.

Hai molto ben gestito sia Calpurnia in “Cesare l’immortale” che Cleopatra in “Cesare il conquistatore”. Quale peso attribuisci alle figure femminili dei tuoi romanzi?
Le donne, anche se ben poco considerate dalla storia ufficiale, che si è sempre occupata solo di chi era in prima fila, sono sempre state, lo sono tutt’ora e sempre saranno un elemento fondamentale per la specie umana. Accanto, dietro o davanti a ogni uomo che ha fatto la Storia, c’è una donna, che spesso ha condotto davvero le fila del gioco, anche se lo ha fatto con le armi della seduzione, dell’intelligenza o dell’astuzia. Impossibile dunque, per me, prescindere dalle figure femminili, nei miei romanzi, anche perché il mito dei condottieri sempre soli e determinati, senza nessuno accanto con cui confrontarsi ed esprimere dubbi, incertezze e sofferenze, non mi ha mai convinto. E studiando la storia, ho capito che le donne non solo ci sono sempre state, ma sono state elementi imprescindibili per la creazione di grandi uomini, grandi imperi e grandi avventure che possiamo leggere nei libri di scuola.

Pensi che la storia possa mai insegnare qualcosa?
Dovrebbe farlo. Deve farlo. Come ho già detto, tutto ciò che facciamo oggi (soprattutto tutto ciò che sbagliamo), è già stato fatto in passato, e dunque dovremmo approfittarne per imparare dai nostri errori e migliorarci. Invece ci ricaschiamo sempre, e questo perché siamo “ignoranti” e non cerchiamo di capire le ragioni del passato, per farne uno strumento utile per il presente.

C’è qualche misterioso buco  della storia che ti piacerebbe spiegare?
Ce ne sono a bizzeffe! E pian piano, libro dopo libro, sto cercando di fare luce su quelli che mi sembrano i più misteriosi, oppure i più intriganti. Alla fine, è proprio questo il compito di ogni scrittore di romanzi storici…

Bentornato Franco con noi, a presto allora e grazie per l’attenzione.

 

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