Intervista a Lorenzo Beccati

4134ngATPcL._SX316_BO1,204,203,200_Lorenzo Beccati, autore  televisivo e scrittore, collaboratore storico di Antonio Ricci a Striscia la notizia,  è attualmente è in libreria con L’ombra di Pietra.

Una rabdomante nella Genova del 1600. Una donna modernissima che si nasconde dietro un pezzo di legno. Come è nata Pietra?
Leggendo un vecchio libro sulla rabdomanzia ho appreso che le donne non praticavano quest’ arte. E nel caso avessero preso tra le mani la forcella biforcuta dovevano interpretare le vibrazioni in senso contrario, poiché l’attrezzo si ribellava alle femmine e voleva essere dominata solo da un maschio. Ho accettato la sfida.

A che fonti hai attinto per ricostruire la Genova di quel periodo?
Archivio di stato di Genova, libri antichi spesso acquistati, internet, quadri d’epoca, mostre, documenti, saggi…

Un romanzo storico richiede molta ricerca, come procedi e soprattutto come scegli cosa inserire e cosa no per non appesantire di nozioni la trama? Perché poi, come ben sai, a Genova si dice che “ nun se cacce via ninte”…
 Molti dei miei libri sono ambientati nel 1600, un secolo che mi piace particolarmente e in cui sono ferrato. Ciò che non metto in un libro finisce in un altro. Parsimonioso, appunto, ma non troppo poiché la storia di Genova abbonda di spunti.

Mi ha molto incuriosito il particolari dei tacchi altissimi…
 La moda dell’epoca imponeva alle donne di indossare zatteroni altissimi. Infatti, per camminare, dovevano appoggiarsi al braccio di un cavaliere. A Venezia le donne osavano tacchi oltre i quaranta centimetri. Gli stranieri di ritorno al proprio paese spergiuravano che le veneziane fossero delle gigantesse. Per calmierare le misure dei tacchi dovette intervenire il Doge con un editto.

Nella scrittura non fai quasi concessioni al dialetto, se non per un “lepegoso” nascosto tra le righe.
Come si parlava nella Genova del ‘600?
 Un genovese molto stretto e quasi incomprensibile persino a chi conosce il dialetto di oggi. Basta pensare alle canzoni di De Andrè dell’album Creuza de ma… molte  parole sono sconosciute persino ai genovesi. E non sono passati secoli.

Com’è calarsi nei panni di una donna?
Non è cosa facile. Ci vuole introspezione, certo, ma bisogna che lei stessa ci suggerisca i suoi sentimenti. Pietra ha fatto così con me: si è imposta.

Il quadro di Rubens, il ritratto di Brigida Spinola Doria, ora è a Washington, l’hai mai visto?
Dal vivo no, ma ne ho studiato ogni singolo particolare. E da uno di questi che sono partito per buona parte della trama.

1512515_633098273403627_458492154_nLa tua produzione letteraria alterna diversi generi, dallo storico al thriller, ma il mistero e indagine sono sempre i fili conduttori delle tue storie. Da dove nasce questa tua passione che è poi anche il punto di forza della tua carriera  televisiva?
 A muovermi è di certo la curiosità verso le persone e i misteri. Inoltre, il mio lavoro a Striscia la Notizia, programma dell’immenso Antonio Ricci, ogni giorno mi scontro con dei misteri che in molti si prodigano per farli rimanere nascosti.

Dal tuo libro precedente, Aenigma, ha preso il titolo anche uno spettacolo teatrale con il Mago Casanova, ci racconti qualcosa di questa esperienza?
Con Antonio Casanova c’è una profonda amicizia che dura da anni. In quanto allo spettacolo è il primo thriller magico. In sala c’è un assassino che vuole uccidere Casanova. Grazie alla magia, in un tempo prestabilito, il mago deve scoprirne l’identità e salvarsi.

Sei un appassionato di pittura, se potessi scegliere di possedere un solo quadro, quale sceglieresti e perché? ( dato che siamo liguri, specifico che la domanda non prevede il pagamento del quadro…)
Mi piacerebbe avere un Ligabue qualunque. Dicevano che era pazzo. Forse ogni artista lo è.

Classica domanda conclusiva: progetti futuri?
Un thriller storico su un personaggio sconosciuto vissuto nell’800 ma che ha fatto parlare molto di sé e che ha ispirato decine di scrittori e registi. Chi è? Per ora resterà un mistero.

MilanoNera ringrazia Lorenzo Beccati per la disponibilità
Qui la nostra recensione di L’ombra di Pietra

Cristina Aicardi

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