Intervista a Marco Buticchi – La luce dell’impero

61KJ0TOsu2LColazione a Lerici  da Marco e Consuelo. Accoglienza affettuosa, come sono loro, tempo grigio ma bastano Andrea e Beatrice, le due splendide figlie, a rischiarare la giornata. Un grosso tenerissimo cucciolo peloso di tre mesi vaga tra gli ospiti. Le nuvole spremono qualche gocciolina ma l’occhio spazia ugualmente bevendosi dall’alto il meraviglioso spettacolo del Golfo dei Poeti. Ai fornelli Marco, cuoco sopraffino per un menù a tre stelle. Dopo il copioso antipasto: salamino, formaggio e focaccia a volontà, dei testaroli con il pesto da leccarsi i baffi, pasta al forno con superbo ragout e a seguire stinco con pisellini, per finire una splendida torta meringata con gelato, caffè e poi…  Quattro chiacchiere e qualche domanda a Marco Buticchi sul suo nuovo romanzo “La luce dell’impero”.

Hai detto e scritto che l’idea scatenante della tragica storia di Massimiliano d’Asburgo, che ti ha portato a scrivere Luce dell’impero, è stata suggerita da un certo Oswald Breil che ti ha chiesto l’amicizia su Facebook. Ma tu non sai il suo vero nome e sai solo che Oswald Breil – stesso nome del tuo protagonista ricorrente – è il suo nickname. Dunque questo signore, che si dichiara un felice (non ne dubito) nullafacente a tempo indeterminato, perché sa tanti  particolari sugli Asburgo? Potrebbe essere legato alla famiglia?
Non so, non credo. Tiene comunque alla famiglia asburgica e alla memoria di Massimiliano in particolare, con l’affetto di un familiare. Per certo so, dai documenti che mi ha fornito a supporto della redazione del romanzo, che l’Oswald Breil ‘in carne ed ossa’ è un profondo studioso della vita di Massimiliano d’Asburgo e Lorena.

Sono certa, da un’occhiata sul suo profilo face book, che disponga di un valido consulente in loco che gli ha fornito anche ottimo materiale d’epoca utile per l’ambientazione del tuo romanzo. Ma torniamo a noi. I fantastici disegni che come sempre popolano i tuoi libri, sono opera di Maria Consuelo, tua moglie. Come funziona? Lei li fa in corso d’opera o alla fine? Ci sono mai tra voi contestazioni in merito?
I disegni di Consuelo sono solitamente eseguiti alla fine e la scelta dei particolari da ritrarre è fatta di comune accordo. Purtroppo la redazione dei disegni ‘cade’ solitamente nel massimo periodo del nostro lavoro allo stabilimento balneare, quindi Consuelo deve barcamenarsi tra clienti, prenotazioni, cabine, ombrelloni e fasti dell’Impero del Messico…

Il Williamsburg sta per ripartire verso Nord . Dove potresti farlo arrivare alla prossima avventura? Pensi di lasciare fatti e avvenimenti italiani per un po’? O invece…
Mah… la nave andrà dove la porta il vento (anche se trattasi di uno splendido yacht a motore). Un sottofondo italiano c’è sempre in ogni mio romanzo. In alcuni di più e in altri meno, ma la mia ferma convinzione è che, comunque giri il vento, l’italianità prorompa da ogni riga.

Pensi che anche nei prossimi romanzi ti servirai del tuo collaudato sistema dei due binari paralleli?
Così so scrivere. E poi mai mettere limiti alla provvidenza: due, tre, quattro J. E comunque credo ci sarà sempre uno svolgimento della trama nel passato e uno nel presente.

Ho apprezzato molto in La luce dell’impero il ritmo, il susseguirsi della avventure sui due piani temporali, e i personaggi. Appurato che ti piacciono Breil e Sara Terracini, chi tra quelli del secondo binario hai amato di più? E chi ti ha dato più problemi per metterlo a punto come volevi?
I cattivi, in genere, sono sempre quelli più difficili da tratteggiare. Nella metà lavagna dei ‘buoni’ Jacob Hekert è indubbiamente un personaggio difficile da dimenticare. In quella dei ‘cattivi’, invece, lo spietato Hermano – un narcotrafficante – è capace di utilizzare crudeltà e spregiudicatezza  per il suo sorprendente fine… (e di più non dico neppure sotto tortura).

E parliamo dei brillanti. Racconta a coloro che non hanno ancora letto il tuo libro la favolosa storia dei due brillanti. Maximilian I e Maximilian II che hanno il compito di fil rouge in La luce dell’impero?
L’arciduca Massimiliano d’Asburgo era una persona precisa e attenta; amante e profondo conoscitore della flora al punto che, nel corso di un viaggio in Brasile, annota con dovizia di particolari anche la più pallida piantina che germoglia, nonché ogni avvenimento degno di rilievo. Come mai Massimiliano ‘dimentica’ di raccontare ai posteri le modalità d’acquisto di due diamanti brasiliani, uno bianco e l’altro giallo? Si tratta ancor oggi delle due pietre di maggior caratura mai estratte nel nostro emisfero.

Tornando a Jacob Hekert il tuo gioielliere olandese, sai se Massimiliano d’Asburgo avesse tra il suo seguito un esperto del settore?
Credo che un imperatore che si rispetti abbia qualcuno pronto a consigliargli le pietre più preziose e i monili più pregiati. Altrimenti che imperatore sarebbe?

Passando alla parte più recente come ti sei regolato? Pensi  che i cartelli messicani della droga che spadroneggiano in Messico e i loro pericolosi sbocchi americani possano essere fra i motivi delle “ire funeste di Trump contro quel paese?
Di ‘ire funeste’ credo ne abbiamo ancora da vedere molte. Il muro di Trump (che peraltro già esiste lungo buona parte della frontiera) potrebbe essere una risultante della sommatoria delle cose messicane che non vanno a genio al biondo presidente statunitense. Il traffico di droga è uno di questi. D’altronde, i cartelli messicani riforniscono tutta la cocaina spacciata in USA, buona parte delle cannabis e si spartiscono un mercato che vale la bellezza di cinquanta miliardi di dollari. Una cifra del genere in mano ai cartelli dei narcotrafficanti aiuta a capire la corruttela all’interno delle istituzioni, gli squadroni della morte e gli 83,000 (ottantatremila, avete letto bene. Sono numeri da conflitto di medie dimensioni) morti ammazzati nella guerra di droga negli ultimi dieci anni.

Grazie Marco, per le risposte e tanti auguri di grande successo a te e a La luce dell’impero.  

Patrizia Debicke

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