Io e Kostas Charitos
Perché leggere le avventure di Kostas Charitos è un piacere quasi erotico.
E questo Io e Kostas Charitos ne definisce le forme. La nascita a Istanbul dellautore e la sua adolescenza in Turchia, luso di una lingua che è sempre altra rispetto alla comunità in cui si trova a vivere, larrivo in Grecia, la collaborazione con limpossibile Theo Angelopoulos, lintrusione di questo strano poliziotto che in qualunque modo gli ripete di lasciar perdere le sceneggiature che gli danno da vivere perché lui vuole essere raccontato, la centralità della cucina e la pulsione del mangiare, la comunanza e le diversità con i colleghi Salvo Montalbano, Pepe Carvalho e i poliziotti più a nord, la calura ateniese che tutto copre ma che, se affrontata con pazienza, poi trasforma lirritazione in puro piacere di godersi il passaggio delle ore. Insomma, un piacere fisico.
Condensato in meno di 150 pagine, ma anche per questo acuto come la punta estrema dellorgasmo.
Come ha fatto un traduttore del Faust, con una passionaccia chiamata Bertolt Brecht a entrare nellimpervio cammino del noir? Ecco, forse proprio le sue letture classiche lo hanno spinto a mettere mano a delitti e misteri imperfetti di cui lessere umano si fa più autore che portatore. Perché la traccia che luomo lascia per terra non contiene un mistero così insondabile. Sia che offra una rosa sia che colpisca di coltello.
Sia che intervengano demoni, sia invece che la miseria sia tutta terrena. Il criminale non è figlio di un mondo diverso. Markaris ce lo racconta nel mezzo di un traffico impossibile, con umidità al 100%, sete che raggiunge livelli colossali, voglia improvvisa di ghemistà. Con lincedere del flaneur che bighellona scanzonando per le strade dEuropa. Più felice delluomo più felice del mondo.
Io e Kostas Charitos- petros markaris - bompiani
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