Karin Slaughter – L’ultima vedova



Karin Slaughter
Karin Slaughter
HarperCollins
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Un prologo fulminante: in poche pagine passiamo dalla descrizione dei turbamenti di Michelle, una madre apprensiva per la figlia undicenne un po’ troppo interessata a rossetti e trucchi da  adolescente, alla suspense del rapimento imprevisto e in apparenza incomprensibile della donna stessa. Dopo un mese, una serie di esplosioni che generano molti morti e feriti sconvolge un quartiere direzionale di Atlanta, dove hanno sede Università, ospedali, uffici dell’ FBI e un importante centro per il controllo delle malattie infettive, per il quale lavorava Michelle, la donna rapita. La dottoressa Sara Linton e il suo ragazzo, l’agente del Georgia Bureau of Investigation Will Trent, si trovano coinvolti in prima persona in questo terribile attentato e tutto il romanzo si giocherà sulla disperata corsa dei due per fermare una minaccia di enormi dimensioni che un gruppo di esaltati sta per attuare in nome dei valori dell’uomo bianco contro la degenerazione morale interetnica e femminista. Karin Slaughter mette molta carne al fuoco nel suo ultimo libro, inserendo temi quanto mai attuali e scottanti: il suprematismo bianco che si sta sempre più diffondendo negli Stati Uniti, la minaccia di una guerra biologica che potrebbe in brevissimo tempo annientare buona parte dell’umanità e la minaccia contro i diritti LGTB faticosamente conquistati. Con ammirevole abilità, evita il rischio del polpettone di denuncia, confezionando un thriller incalzante che offre una notevole quantità di spunti di riflessione. I rigurgiti di oscurantismo culturale da tempo serpeggianti in America e ultimamente emersi alla luce del sole, ostentati addirittura con arroganza, sono ben descritti nelle pagine di L’ultima vedova: uomini ottusi e ipocriti, come l’antagonista Dash, che nasconde sotto modi melliflui un’anima demoniaca, e donne che da apparenti vittime si trasformano in complici sadiche e senza pietà, come sua moglie Gwen, popolano un universo di violenza e razzismo che pare non essere confinato solo sulle pagine di un libro, ma presente nel cuore profondo americano. Nel romanzo vengono più volte citati i massacri nei college degli ultimi anni, i killer solitari da migliaia di like sui social, il timore da parte delle forze dell’ordine del diffondersi di pericolosi loro emulatori. Accanto all’inchiesta e alla caccia ai fanatici, tema primario del thriller, possiamo identificare molti altri sottotemi, che riconducono al clima di incertezza e paura diffusosi in questi ultimi anni negli USA. Un romanzo che si legge voracemente e che ci lascia un oscuro timore del ritorno di una mentalità oscurantista e apocalittica.

Donatella Brusati

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