La banda degli uomini – Flavio Villani



Flavio Villani
La banda degli uomini
Neri Pozza
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Milano, 1938.
Carlin, un anarchico con un recente passato da alcolizzato, ha da poco smesso di bere e sta cercando di ricostruire il rapporto con i figli, quando, una sera torna a casa in condizioni pietose e muore. A nessuno interessa indagare sulla morte di un ubriacone, per di più sostenitore di ideologie contrarie al regime. Si vorrebbe pertanto archiviare il caso come morte naturale, ma per il figlio maggiore Tommaso qualcosa non torna. Comincia quindi a indagare con l’aiuto del fratello, di alcuni amici e con il sostegno di un meccanico ebreo.
Alla sua storia si intreccia quella di Osvaldo, reduce della Prima guerra mondiale in cerca di futuro che rimane coinvolto nel furto di un quadro, una tela di Hayez, Susanna al bagno.
La banda degli uomini è una storia corale di speranze disattese e di illusioni che si scontrano con la realtà, di coraggio e di viltà. Il momento storico è complesso, siamo sull’orlo del baratro, ma nessuno pare averlo compreso. Milano è una città divisa tra il centro che sta cambiando e crescendo,  i casermoni popolari che stanno aumentando e la povera periferia degradata.  Una città che promette molto, ma mantiene poco. Ed è attraverso gli occhi e le vite dei suoi protagonisti che il romanzo racconta la situazione in divenire del nostro paese. Da una parte i perdenti, come Osvaldo, che si trova in una spirale suicida senza rendersene conto, tutto preso dalla sua illusoria speranza di un futuro d’amore e di libertà. Il ricordo ancora vivo delle trincee e il desiderio di cambiamento lo rendono quasi cieco, incapace di comprendere i guai in cui si sta cacciando. Dall’altra i funzionari  e i servitori del regime che si muovono più per opportunismo e personale tornaconto che per convinzione ideologica, Il loro fine ultimo sono soldi e potere e quindi, tra invidie e rivalità,  servono l’ideale che pare prometterli.
E poi ci sono loro, i ragazzi, la squadra di amici che si trovava a giocare a calcio con il pallone che, forse, era stato del loro idolo Meazza, e che il caso e la contingenza costringono a trasformarsi da squadra in “banda degli uomini.”
Costretti a crescere troppo presto, ad abbandonare i loro sogni di ragazzi  e a confrontarsi con qualcosa che non capiscono del tutto, ma di cui intuiscono la pericolosità. Sono pieni di ideali e desiderosi di riportare giustizia, ma questo purtroppo  non è il tempo della ribellione.
Perché credere in un ideale diverso da quello importo dal regime costa caro. Ma costa caro anche piegarsi davanti al più forte come hanno fatto altri personaggi che Villani ci fa incontrare. Personaggi che per viltà, tornaconto o disperazione, hanno rinunciato alla loro vita , alla loro morale, vendendosi al più forte. E’ una storia di sconfitte perché nessuno potrà uscirne davvero vincitore. La Seconda guerra mondiale sarà lì a farglielo comprendere.

Cristina Aicardi

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