La banda Sacco



Andrea Camilleri
La banda Sacco
sellerio
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Raffadali, Sicilia. 1920-26. Un grande scrittore presta la sua eccelsa prosa per una bella operazione storica e letteraria. Un brutto giorno d’inizio 1920 arriva una lettera della mafia a Luigi Sacco, se la fa leggere, la getta nel fuoco. Anche la seconda. Subisce un attentato. Una terza. I figli scampano a un agguato. Non c’è scampo. Luigi è analfabeta, gran lavoratore a giornata si era fatto un nome e qualche soldo per le arti dell’innesto del pistacchio e dell’acchiappamuschi. La moglie e i sei figli erano altrettanto buoni e bravi: Vincenzo, Salvatore, Giovanni, Girolamo, Filomena e Alfonso. Si industriarono pur continuando a fare i contadini: foto, mulino, autobus, invalido di guerra, studio. Tutti di idee socialiste. Quando arriva il fascismo lentamente non reggono più, traditi e accusati ingiustamente, feriti negli affetti. Diventano latitanti, qualcuno muore, gli altri cinicamente imprigionati a vita dal brutale prefetto Mori nel 1926. Una triste storia vera che tutti dovrebbero conoscere il nuovo libro di Andrea Camilleri (“La banda Sacco”, Sellerio 2013, pag. 184 euro 13), basato su una ricca documentazione, pure ufficiale come i processi.

valerio calzolaio

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