La casa delle ombre



Paola Mizar Paini
La casa delle ombre
Fratelli Frilli
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L’amore ci farà a pezzi ancora.
Il 18 maggio dell’80 Ian Kevin Curtis si suicida impiccandosi nella propria casa al numero 77 di Barton Street a Macclesfield. Da quel momento la sua Love Will Tear Us Apart, suonata con i Joy Division, non è più soltanto una delle migliori canzoni d’amore in circolazione ma anche la confessione del disagio che lo ha consumato dovuto al peggioramento delle sue condizioni di salute, al divorzio dalla moglie Deborah – per via della relazione extra coniugale con la giornalista Annik Honorèe – e all’allontanamento dalla piccola figlia Nathalie.
La depressione più nera in cui era naufragato a causa dell’epilessia, che aveva attacchi sempre più frequenti soprattutto durante le esibizioni dal vivo, fa sì che il gesto estremo non sia un atto da operetta romantica ma l’ultima tragica manifestazione di una sensibilità schiacciata dalla sofferenza.
Vi invito a riscoprire quella somma di amori crudeli che ci ha privato di un talento, perché se è vero che l’amore è capace di farci volare sino al settimo cielo è anche in grado di sbranarci come un cane infernale.
Talvolta capita che durante la lettura una canzone mi si infili nel cervello e continui a sbattere contro il cranio sino a quando non finisco. Esatto, la canzone è Love Will Tear Us Apart ma qual è il romanzo?
La casa delle ombre è il gradito ritorno in libreria di Paola Mizar Paini ed è il secondo capitolo delle indagini del Maresciallo Marchi, conosciuto in Angeli Innocenti.
Sinossi: “Nicole ha ventun anni, è una brillante studentessa di Psicologia; la discussione della sua tesi verte su credenze popolari e isterie collettive. Ha un solo obiettivo: scrivere una tesi originale e attuale e quella villa in stile liberty fa al caso suo… Una casa avvolta nel mistero. Una morte sospetta. Inizia un’indagine segnata da brusche svolte e drammatici cambiamenti di direzione, nel corso della quale il maresciallo Marchi si troverà ad affrontare una realtà sconvolgente.”
L’amore travagliato di Regina, quello egoista di Lorenzo, quello timido di Fernando, quello finito di Mario Marchi sono collegati a quello tragico dei due amanti nella leggenda della Villa degli amanti maledetti. Nonostante la preponderanza del dolce sentimento, non si tratta di uno zuccherosissimo libercolo rosa ma di un noir in forma smagliante che, attraverso un leggero sfasamento temporale, trascina il lettore verso una soluzione amara e senza speranza.
Sono d’accordo con Bojack Horseman, “Il lieto fine è un’invenzione di Steven Spielberg per vendere più biglietti”, quindi non sono troppo felice quando un noir si guasta con un finale un po’ troppo Happy e Paola Mizar Paini non è una pessimista, ma un’ottimista ben informata.
Che la letteratura debba imitare la realtà o sia un’evasione dalla stessa è una questione troppo grande per essere affrontata con le mie ridotte capacità o risolta nei limiti di una semplice recensione ma La casa delle ombre è quel genere di storia che non ha paura di riproporci la quotidianità, senza abbellirla troppo con fiocchi e fiocchettini.

Mirko Giacchetti

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