La città del peccato – A. A. Dhand



A. A. Dhand
La città del peccato
SEM
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Il nuovo romanzo di A. A. Dhand – autore britannico di origini asiatiche – è parte di una serie ambientata a Bradford, un tempo importante centro tessile nel West Yorkshire dove si respira aria di crisi economica, dismissione industriale e i conflitti interreligiosi sono all’ordine del giorno.
L’ispettore Harry Verdee – indiano sikh sposato a una pakistana di fede musulmana – vorrebbe ricucire un rapporto con la famiglia di origine che lo ha estromesso a causa della sua scelta sentimentale:
“Harry era sikh, Saima musulmana: secondo i genitori di entrambi, ognuno di loro due aveva sposato il demonio”.
I due stanno crescendo un figlio, Aaron: “non è indiano né pachistano. Né musulmano, né sikh. Sarà quello che vorrà quando sarà grande abbastanza da decidere”.
Harry si trova a dover investigare sul brutale omicidio di una giovane asiatica trovata appesa con del filo spinato alla balaustra di un’antica libreria del centro dove lavorava come commessa.
Da subito risulta chiaro che il cadavere porta con sé un messaggio diretto a Verdee in prima persona: è un affare personale, tra lui e l’assassino, che cela la propria identità e tiene sotto controllo i movimenti del detective.
Il numero delle vittime cresce, il tempo stringe.
Inizia una caccia all’uomo tesa, in una città livida, violenta e piena di contraddizioni: una città del peccato – non a caso paragonata a Gotham City – che il killer vorrebbe mondare attraverso le sue azioni violente:
“Il peccato mi circonda, questa è una città di peccatori, una città che sta per imparare una lezione importante. E sarò io a impartirla” dice il killer in un dialogo folle e allucinato con il suo interlocutore e con il lettore.
La città del peccato ha un’ambientazione interessante e un taglio a tratti quasi sociologico.
L’autore racconta di un occidente industrializzato con le sue contraddizioni, e dell’incapacità anche della civile terra di Albione di garantire il dialogo e la collaborazione tra diverse fedi religiose. Tuttavia, l’analisi avrebbe meritato un ulteriore approfondimento che avrebbe garantito al libro uno scatto di qualità da semplice thriller di intrattenimento a vero e proprio noir.
Particolarmente riuscito è il personaggio di Verdee, tutt’altro che “eroe senza macchia”, che non esita ad aggirare i limiti della legge per perseguire il superiore interesse della Giustizia. 
Gli altri personaggi sono meno intensi ma comunque funzionali a una storia agile, costruita integralmente attorno alla contrapposizione fra i due protagonisti: il killer e il detective.
Quello di Dhand è un occhio attento alla realtà e ai suoi cambiamenti, che lascia  – oltre al piacere di una trama avvincente – anche la possibilità di iniziare a riflettere sulle contraddizioni del nostro tempo. 

Il libro in una citazione 

“Siamo tutti inebetiti. Così abituati a violenze e traumi in tv che ormai non ci importa più niente. Niente ci sconvolge. Non ascoltiamo. E non impariamo, mai. Oggi comincia la settimana più nera di Bradford. Prima che sia finita, tutti ascolteranno, impareranno. E soprattutto, non potranno dimenticare. L’ispettore Virdee sta per scoprire che questo è solo l’inizio”.

Sabrina Colombo

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