LA CITTA’ D’ORO



Leonardo Gori
LA CITTA’ D’ORO
Giunti
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In una Firenze nera e cupa come non mai, nel 1508, Niccolò Machiavelli tesse una misteriosa trama che porterà il protagonista del romanzo, Andrea, nel nuovo mondo, verso la città d’oro, denominata anche l’Idea. Nel frattempo un misterioso inglese è “ospite” del Machiavelli, che lo tiene sotto controllo, in attesa di notizie dal suo uomo spedito nelle terre da poco scoperte dall’ammiraglio Colombo. La città d’oro è un lungo romanzo che si muove fra Firenze, Siviglia e il continente americano. Leonardo Gori intreccia una storia fin troppo complicata e piena di personaggi, che avrebbe potuto concludersi nella metà delle pagine, visto che i protagonisti (oltre ai già citati Andrea e il Machiavelli ci sono il Gigante: un irlandese grande e grosso, un prezzolato killer che passa come un angelo sterminatore su ogni superficie che attraversi, uccidendo indistintamente a destra e a manca; Rose: giovane donna inglese, alla ricerca del marito scomparso anni prima; Bartolomé: ispirato a Bartolomeo de las Casas, realmente esistito, come altri in questo romanzo; e altri ancora) ripetono spesso parole e comportamenti. E questo è il punto più debole di un romanzo la cui idea di fondo è molto affascinante (soprattutto per il modo in cui viene piano piano svelata) ma purtroppo la storia si perde in una verbosità eccessiva (ottimi invece i dialoghi, ma questo è sempre stato un punto di forza di Gori) e in un intreccio che a volte risulta fin troppo incatenato a se stesso, senza riuscire a sciogliersi e ad assumere quell’appeal che pare sempre debba arrivare ma che poi rimane sospeso nell’aria. Sicuramente non è la prova migliore di un bravo autore come Leonardo Gori.

Marco di Grazia

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