Dalla sua casa di Marinella, un mattino presto Salvo Montalbano vede atterrare un gabbiano. Non sta volando. Precipita. E, una volta a terra, procede a una danza di morte con convulsi battiti d’ali e il becco diritto a puntare il cielo. Turbato, il commissario ancora non sa di essere dinnanzi a una premonizione che lo porterà in una storia da cui uscirà assecondando la sua intelligenza e il suo proverbiale fiuto nervoso.
A essere in gravi difficoltà è l’ispettore Fazio, dapprima scomparso, quindi al centro di un mandato criminale che lo vuole morto. Intorno all’indagine girano spaccati di quotidianità che non riescono più a rimanere a latere nella vita del commissario: la consapevolezza del rapporto sempre più logoro con la fidanzata Livia; l’avversione ormai patologica verso i formalismi legali; la coscienza che, per quanto a capo di una squadra, gli è più naturale condurre il gioco da battitore libero.
Ne La danza del gabbiano, però, Montalbano riesce soprattutto a non farsi travolgere dagli eventi aggrappandosi all’umorismo, strumento finora non proprio nelle sue corde. Arma da caricare per districarsi dagli intoppi e con cui affrontare avversari pirandelliani non meno in grado di scassare i cabasisi: Luca Zingaretti, l’autore stesso e il suo doppio che da tempo gli fa da angelo inquisitore.
È il miglior Camilleri, uscito dalla claustrofobia del più recente passato L’età del dubbio e con un gusto ritrovato per l’intreccio narrativo: il sapore della Sicilia, il piacere della fame, il pesce nel piatto come passpartout contro ogni situazione a prova di stomaco, una nuova avventura del suo protagonista tra sentimento e rappresentazione della passione. La vita del commissario è entrata in uno spazio senza tempo. Ma fino a oggi stavamo assistendo a un lento sfascio dentro il quale annegava anche la rabbia, stampella per reagire alla deriva. Ne La danza del gabbiano il pericolo che accerchia Fazio lo scuote cavargli una forza giovanile e una lucidità d’antàn. Perché si continui ad alimentare un termine oggi rubricato nel dizionario delle Parole Scansate: giustizia.
Hanno scritto che Montalbano è un personaggio cervantino. Se il Chisciotte è un riferimento scontato (e neanche così pertinente), allora per il commissario si riapra il catalogo umano delle Novelle esemplari.