La fabbrica delle stelle – Gaetano Savatteri

savtteriIn arrivo  per i fan di Saverio Lamanna, personaggio apparso nelle antologie gialle Sellerio,

Gaetano Savatteri
La fabbrica delle stelle
Sellerio La memoria

Leggi un estratto dal libro

«Un piccolo gioiello di stile e trama» (lettore IBS).
«Savatteri, grazie per aver creato Saverio. Davvero grazie, ma perché non scrivi un libro
interamente dedicato a lui? Intelligente, colto, brillante, ma soprattutto con un senso
dell’umorismo tagliente» (M. Anobii).
«Adoro Lamanna» (P.G. Facebook)

Lo straordinario personaggio inventato da Gaetano Savatteri – un suo alter ego? – per le antologie a tema pubblicate da questa casa editrice, Saverio Lamanna, giornalista fuori dal coro e fuori dal ruolo, è finalmente protagonista di un romanzo. I lettori delle antologie l’hanno definito su Facebook «mitico, simpatico, folgorante, mondiale» e non saranno delusi dalla Fabbrica delle stelle.
L’estate sta finendo a Màkari. E settembre è un mese difficile, anche per Saverio Lamanna: si prepara a dover salutare Suleima, che concluso il suo lavoro stagionale deve ripartire per il Nord. Forse proprio per questo, per evitare saluti e separazioni, senza pensarci due volte, accetta un lavoro che lo porta lontano dalla Sicilia.
Disoccupato ormai da alcuni mesi, dopo il licenziamento in tronco dal ruolo di portavoce di un sottosegretario, ancora senza soldi – malgrado abbia già pubblicato qualche libro – Lamanna raccoglie al volo l’offerta di curare le pubbliche relazioni per conto di una giovaneproduttrice cinematografica romana che deve presentare un film alla Mostra del Cinema di Venezia. E così sbarca al Lido con il fidato Peppe Piccionello che presto animerà le giornate
mondane della mostra. Il lavoro di pubbliche relazioni di Lamanna in realtà nasconde un altro obiettivo: proteggere la giovane e ricca produttrice dal suo fidanzato un po’ troppo manesco. Tra incontri con vecchie amiche, rimpianti per Suleima, nuove tentazioni e antichi desideri, la permanenza di Lamanna tra gli hotel e i bar del Lido – popolati da attori, star internazionali, critici cinematografici e intellettuali da cocktail – si trasforma in tragedia. Un omicidio con un assassino per niente misterioso scatena la caccia all’uomo, così come tambureggiano i telegiornali con frase fatta. Ma quando l’autore del delitto è ormai alle strette, le cose cominciano a sfuggire. Nel mondo delle immagini, della finzione cinematografica, dello spettacolo dell’ipocrisia, non è facile trovare il filo che porta alla verità.

Gaetano Savatteri, giornalista e scrittore, ha pubblicato con questa casa editrice: La congiura dei loquaci, La ferita di Vishinskij, Gli uomini che non si voltano, La volata di Calò, Uno per tutti e i racconti con protagonista Saverio Lamanna usciti nelle varie antologie a tema: Il lato fragile, Il fatto viene dopo, La regola dello svantaggio, È solo un gioco.
Leggi un estratto dal libro
Manca sempre qualcosa alla perfezione.
Stringere le viti con l’apposita brugola.
Il disegno mostra un accrocco di perni, buchi, supporti. Stringere con l’apposita brugola.
Rimesto tra buste di cellophane, cartoni vuoti, bulloni, rondelle. La brugola non c’è.
Cerco ancora. Non c’è.
Ikea. Qualche tempo fa avevo letto un libro, non ricordo perché né da chi era scritto, un
nome impronunciabile. Uno svedese se la prendeva con altri svedesi molto più ricchi di lui.
Mi sembrò inzuppato nel rancore di chi è stato fatto fuori dalla ditta. Ora, disperato e senza
brugola, riconosco le buone ragioni dello svedese che accusava gli altri mastri Geppetti
perfidi e tirchi.
La cassettiera non prende forma. Sgangherata, implora una brugola che ne serri le
giunture.
Cerco ancora tra fogli di istruzione, tavole di faggio, viti autofilettanti. La mia brugola è
rimasta in Svezia.
Trecento chilometri per andare all’Ikea di Catania, col viadotto di Tre Monzelli crollato;
altri trecento per tornare indietro, col viadotto sempre crollato; le polpette svedesi, le patate
svedesi, i dolcetti svedesi e meno male che mi sono consolato con due tagli di carne di
cavallo alla brace in via Plebiscito.
Tornato a Màkari, avevo l’auto piena di cuscini da un euro, piatti da un euro,
appendiabiti da un euro, bicchieri da un euro e una cassettiera da centoventisei euro –
l’unica cosa che veramente mi serviva – che resterà incompiuta, come l’autostrada SiracusaGela,
perché mi manca la brugola.
In questi momenti spunta la mia vena melodrammatica.
Questa cassettiera è il simbolo della mia vita: manca sempre una brugola per stringere gli
ultimi perni.
– Che vuoi da me?
L’embrione di cassettiera non risponde. Nemmeno Mosè rispose a Michelangelo, eppure
era Michelangelo.
– Parlo con la cassettiera Ikea. Dio mio, come sono caduto in basso.
– Non c’è bisogno che glielo spieghi, lui sa già tutto.
Ecco, ci mancava Peppe Piccionello. È arrivato.
– Da quand’è che parli con Dio?
– Peppe, lascia perdere.
– Non sapevo che eri credente.
– Le meraviglie della natura e della scienza mi ispirano la fede.
– Che stai facendo?
– Non lo vedi? Monto la cassettiera Ikea. E prego.
– La preghiera serve a poco. Ci vuole la brugola.
– Ma veramente dici? Io pensavo che bastava la forza di volontà. E la fede.
– No, così non ce la fai. Ci vuole la brugola.
– Primo: fino a due minuti fa non sapevo nemmeno cos’era una brugola. Secondo: ora lo
so, ma non trovo la brugola.

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