La fame



eliselle
La fame
miraviglia
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Non fa sconti Eliselle alla protagonista senza nome del suo ultimo libro: La fame.

Le regala una personalità ambigua, molto difficile da accettare. In un lungo flash back ci descrive  una ragazza che ha scelto di vivere e muoversi in un mondo duro, difficile, che alla lunga logora, distrugge chiunque e dove dominano tre dei: amore, passione e violenza. Dove la notte fa da padrona e l’alba è solo il momento per tornare a casa.

Un giovane donna, che tanti anni prima ha perduto malamente le illusioni della sua adolescenza, che oggi crede che ogni casa sia lecita, che spera di dominare tutto e tutti, una giovane che si sente vecchia, ma manca della cauta saggezza dei vecchi.

Si circonda di persone, uomini e donne, che la usano, vorrebbero possederla, e la desiderano spasmodicamente, affamati. E lei ne approfitta.

Ogni sera si innalza come un miraggio sul piedistallo luccicante di un night club, per  offrirsi ai loro sguardi, alle loro ossessioni.

Bacata? Perduta? Ma anche fragile. Si muove male. Vorrebbe l’amore, lo cerca, si illude di averlo trovato in qualcuno che ritiene suo simile e allora si lascia andare e ci crede.  Ma ormai  è tardi. L’amore è una pianta fragile che deve attecchire, crescere, implica accettazione e rinunce. L’altro, che ha una famiglia e vincoli che non sa rinnegare, non intende farle e forse lei neppure. Può solo concedersi altri momenti, pochi attimi senza futuro, prima dell’ultima notte che verrà a presentarle il conto finale.

patrizia debicke

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