La gemella sbagliata



Ann Morgan
La gemella sbagliata
Piemme
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A chi non è mai capitato di pensare ” Ah, se avessi un gemello identico! Sarebbe fantastico potersi scambiare”.
Ecco, questo è quello che più o meno pensa Helen quando le viene in mente di prendersi gioco della famiglia e dei vicini scambiandosi con la gemella Ellie. Due gemelle identiche se non fosse per le differenze caratteriali e comportamentali. Decisamente più in difficoltà Ellie, le cui fragilità vengono imputate dalla madre a problemi al momento del parto e delle quali si fa beffe, anche molto crudelmente, la sorella Helen.
Solo che lo scherzo è bello se dura poco. Qui, invece, la goliardata si tramuta subito in una spirale di angoscia senza fine. Le due vite vengono scambiate senza possibilità di ritorno. Incomunicabilità e segreti di famiglia costruiscono muri impossibili da abbattere, e il gioco si trasforma in condanna.
Un racconto angoscioso, suddiviso in tre spazi temporali con una scrittura che accompagna la progressiva alienazione della protagonista.
Il primo, raccontato in prima persona da Helen, riguarda il periodo dell’infanzia. La soggettiva permette la completa immedesimazione dei pensieri e nelle sofferenze della bimba.
La seconda parte, relativa all’adolescenza è narrata con il “tu”. Una seconda persona che sottolinea il crescente scollamento della personalità e soprattutto dalla realtà circostante, per poi arrivare a una terza persona, un narratore estraneo, che racconta il presente di una vita che non è quella che avrebbe potuto e dovuto essere.
Non un thriller d’azione, tutto omicidi e adrenalina, ma un libro che pone l’accento sulla diversa reazione che ognuno ha alle esperienze di vita, su come ogni mente le elabori e cerchi di superarle a proprio modo, sul desiderio e l’impossibilità di poter manipolare la vita a proprio vantaggio.

Cristina Aicardi

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