La luna sulla pineta – Giorgio Scerbanenco



Giorgio Scerbanenco
La luna sulla pineta
La nave di Teseo
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Leggere Giorgio Scerbanenco è come attraversare una porta magica e ritrovarsi a fianco dei personaggi che ignari continuano a vivere le loro vicende. Maestro indiscusso delle fisionomie che descriva luoghi o persone, stati d’animo o quandanche eventi climatici, sceglie con cura poche semplici frasi che raccontano molto più di qualsiasi fotografia. Questo libro, ispirato a fatti di cronaca dell’epoca quando la falsificazione del denaro era molto frequente,  è la ristampa di uno di quelli che l’autore pubblicò con uno pseudonimo per Gioia.  Scerbanenco, pur non rinunciando alle tinte noir, in considerazione del pubblico cui si rivolge, inserisce nella vicenda un lato romantico, e anche sulla miseria, disperazione e disgrazia dei protagonisti, sarà l’amore alla fine a vincere. 
Clemente e Anna due fratelli cresciuti in una famiglia medio borghese, sono costretti a dover lasciare la loro casa di Treviso insieme alla loro madre, a seguito della morte del padre Alvise Mareschi, un orafo incisore caduto in disgrazia a causa di un errore giudiziario. Si trasferiscono a Viareggio a pochi metri dal mare, nella casetta in mezzo alla pineta nella quale da anni trascorrono le vacanze. I pochi risparmi che finiscono in fretta, la mamma che non si riprende dalla morte del marito, nessuna possibilità di trovare un lavoro in una zona pressoché disabitata che si anima solamente durante l’estate, l’inverno rigido e impietoso mettono a dura prova l’onestà di Clemente. 
Il senso del dovere e il peso della responsabilità di mantenere e proteggere la sua famiglia portano Clemente a dover scegliere tra l’onestà, accettando la proposta del capitano Mauro di collaborare in una indagine con la polizia e superare in questo modo l’avversione per la giustizia che ha causato la morte di suo padre, oppure la malavita, che gli presenta la possibilità di facili guadagni e inoltre ha il viso angelico della spregiudicata Elena.
Colpi di scena e alta tensione nello stile dell’autore, svolte improvvise nella trama e una veridicità che non può non generare empatia con i personaggi.
Il maestro del giallo Scerbanenco ci regala delle perle con una naturalezza disarmante.  Scrive del cappotto di Anna una volta verde e ormai sgualcito che la ragazza ha tinto di nero per poter portare il lutto per la morte del padre; dei vetri sottili alle finestre della casetta nella pineta che tremano sotto la furia del vento e lasciano passare il freddo; dell’armadietto pieno degli zoccoli di legno ancora incrostati di sabbia dell’ultima estate; del povero Enzo, il benzinaio costretto a vivere nel distributore in solitudine che non ha mai smesso di sperare che Anna si accorgesse di lui senza mai dichiararsi.
Probabilmente il lettore di allora non l’avrebbe riconosciuta ma nel ‘La Luna sulla pineta’ la mano di Scerbanenco è inconfondibile. 
Un libro intramontabile e consigliatissimo.

Walter Colangelo

Walter Colangelo

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