La misura dell’uomo



Marco Malvaldi
La misura dell’uomo
Giunti Editore
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La misura dell’uomo
Milano 1493. Nel grande cortile del Castello sforzesco viene ritrovato un cadavere. La causa della morte è misteriosa, nessuna ferita evidente, nessun segno di avvelenamento. Per far luce sul’apparentemente inspiegabile  decesso viene chiamato nientepopodimeno che Leonardo da Vinci  che riconosce nel morto un suo ex allievo, che era stato allontanato dalla bottega perché sospettato di essere un falsario. La vittima il giorno prima aveva chiesto udienza al signore di Milano, Ludovico Sforza, detto il Moro. Perché voleva parlargli? Cosa ha causato la sua morte e soprattutto chi l’ha ucciso? Questa in poche parole la trama gialla del libro che altro non è se non lo spunto su cui costruire un affresco storico dipinto con sapienza e ironia. Il poliedrico Malvaldi traccia un ritratto molto veritiero di Leonardo della sua vita milanese alla corte del Moro e degli intrighi del tempo.
Assunto come artista di corte per celebrare la grandezza del casato, Leonardo ha per esempio  appena finito di ritrarre l’amante di Ludovico, il dipinto che noi  conosciamo come La Dama con l’ermellino. Il problema di più grande di Leonardo è però la realizzazione dell’opera che gli è stata commissionata per celebrare Francesco Sforza: una grande statua equestre da realizzare in bronzo. Un’opera complessa e impegnativa, tanto che non la realizzerà mai, i cui studi però saranno fonte di enormi intuizioni da parte del Genio . Malvaldi ci racconta un Leonardo schietto e poco diplomatico, armato di ironia, curioso e  mai pago di osservare, conoscere e capire. Il suo genio  si muove in un periodo di intrighi e giochi di potere e deve continuamente scontrarsi con l’imperante illogica superstizione.
Malvaldi ha detto di avere letto e studiato molto prima di affrontare la stesura di questo libro e , come già ampiamente dimostrato nei saggi e nei libri scientifici, una delle sue tante qualità è quella di essere un grande divulgatore: riuscire a condividere le nozioni e le informazioni in modo semplice, chiaro e divertente  è una dote non comune. La misura dell’uomo è un libro storico ammantato di giallo, imperniato su uno dei pochi geni riconosciuti e scritto con il so solito stile pieno di humor e ironia.  Anche qui sono frequenti le incursioni di Malvaldi che appare in prima persona  tra le righe e strappa il sorriso.
La sua lingua è sempre colta, arguta e salace, ma in La misura dell’uomo Malvaldi si è anche divertito a riproporre una versione  riveduta e semplificata della  lingua del ‘400 , da gustare nelle lettere scritte dall’ambasciatore al Duca d’Este. E non solo, nel legare un paragrafo all’altro all’interno dei i capitoli ha sfruttato un metodo già in uso tra i trovatori, divertitevi a scoprirlo.
Insomma, La misura dell’uomo è un libro originale e divertente, che regala un ritratto inedito e diverso di un uomo unico e di un’epoca.

Cristina Aicardi

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