La morte al cancello



gianni simoni
La morte al cancello
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Una nuova complessa indagine del commissario Miceli e del giudice Petri, che nonostante gli acciacchi, continuano a rinviare idea e tempi della pensione alle calende greche.

In una fredda notte bresciana, con l’autunno alle porte, al barbaro omicidio di una donna, moglie del professor Anselmi celebre cardiochirurgo, che ha tutti i connotati di una esecuzione con la mano di un professionista, fa seguito pochi giorni dopo l’assassinio di due senzatetto, due avanzi umani che vivono in una baracca vicino al fiume.

Con la posizione altolocata della prima vittima, che imporrebbe al commissario Miceli e ai suoi collaboratori di condurre le ricerche in punta di forchetta, le piste sembrano focalizzarsi sul delitto su commissione con, come possibili mandanti, il marito, un caro amico produttore di vini in Franciacorta e un architetto arrivato.

Con le tante ipotesi che si accavallano, i tempi si dilatano mettendo alla prova la pazienza. Con un meticoloso lavoro da certosini i poliziotti cominciano a sviscerare ogni traccia, ricostruire particolari, fare confronti, ipotizzare coinvolgimenti precisi.

Le carte si mischiano, i due omicidi si legano ma… anche un killer professionista può commettere degli errori, contattando la persona sbagliata e , involontariamente dare una mano alle forze dell’ordine, abbreviando la strada da fare.

Ma la morte non guarda in faccia a nessuno ed è pronta a colpire alla cieca nel mucchio dei nostri eroi, lasciando il sangue amaro. Poi tutto finito? Tutto risolto? No. Perché questa volta, anche quando sembra che il mistero sia stato svelato e i colpevoli colti con le mani nel sacco, ci si accorgerà invece che la faccenda era “un brutto pasticciaccio” come direbbe Grazia Bruni, la brava e romanissima ispettrice di Miceli.

patrizia debicke

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