Ne “ la notte del coccodrillo“, torna Chas Riley, già protagonista di Revolver, sempre pubblicato dalla Emons.
Chas è figlia di un miliare americano, morto suicida, e di una tedesca che praticamente non ha mai conosciuto. Due dolori che l’hanno segnata e l’hanno resa dura e fragile al tempo stesso.
A volte sembra un cowboy solitario, che trova consolazione e oblio nelle troppe birre, altre una tigre in gabbia, pronta a sbranare.
Alla morte del padre, dovendo scegliere dove stabilirsi, aveva deciso di andare a Berlino, ma poi si era fermata ad Amburgo, forse affascinata da quella sensazione di transitorio e provvisorio che hanno tutte le città portuali .Un fascino oscuro e malinconico.
Intorno a lei i personaggi che già erano apparsi nel precedente libro: il suo superiore Faller, uomo che lei vede come un padre, che, ormai in pensione non solo non riesce a staccarsi dal suo passato, ma medita vendetta per chiudere un vecchio conto rimasto in sospeso. Una vendetta che ovviamente nulla ha a che vedere con la legge.
Ci sono poi Calabretta, collega in preda a una crisi amorosa, e Sberla, il suo compagno,che ha abbandonato il lavoro di fabbro per rilevare un bar. Definirlo fidanzato sarebbe troppo impegnativo per Chas, che rifugge i legami,
In “ La notte del coccodrillo” la ritroviamo a occuparsi delle vittime di atti violenti. Denunciare un superiore per corruzione e sparare nei gioielli di famiglia di un gangster non ha certo dato una spinta alla sua carriera, anzi.
Chas viene chiamata in ospedale ad assistere un uomo massacrato di botte, un gigante misterioso, che piano piano regala qualche indizio che non solo mette Chas sulle tracce di un pericoloso traffico di droga, ma rivela anche un fil rouge che coinvolge molti dei suoi amici…
Interessante la costruzione temporale del romanzo che, alla narrazione della vicenda, alterna brevissimi flashback, poche righe soltanto, che ricostruiscono personaggio per personaggio il percorso che li ha portati fin lì e che li lega in qualche modo alla storia e al misterioso personaggio ricoverato in ospedale.
La notte del coccodrillo è romanzo più corale rispetto al precedente, la Buchholz tratteggia quasi una famiglia, in questo caso una famiglia di poliziotti, accomunati non solo da ferite personali che hanno segnato la loro esistenza, ma uniti soprattutto dalla sensazione di combattere i mulini a vento, dalla delusione di veder vanificati i loro sforzi di fronte alla prepotenza della criminalità che si insinua nelle stanze del potere, che indossa il vestito elegante e che si nasconde sotto gli occhi di tutti, restando impunita.
La stessa sensazione di impotenza che provano nell’impossibilità di arginare la crescita dello smercio di droga, una droga sempre più tremenda il crock , il coccodrillo del titolo, che viene dall’est.
E proprio la consapevolezza di tutto ciò fa sì che il pensiero di aggirare la legge per ottenere giustizia si faccia per qualcuno sempre più pressante…
La notte del coccodrillo
Cristina Aicardi