I film finalisti al Premio Caligari : La paranza dei bambini

Al concorso di IULM e Noir in Festival per il cinema italiano, ideato da Gianni Canova in accordo con Giorgio Gosetti, partecipano sei film scelti fra i noir di produzione italiana usciti in sala nel corso dell’anno solare 2019.
I sei finalisti, selezionati proprio da Canova e Gosetti, saranno proiettati fra l’8 e l’11 dicembre a Milano nell’Auditorium di IULM 6 in via Carlo Bo 7, con introduzione o del regista e/o di alcuni membri del cast.
Oggi Mirko Giacchetti, il nostro esperto di cinema, ci racconta

locandinaLA PARANZA DEI BAMBINI di Claudio Giovannesi
che sarà proiettato mercoledì 11 dicembre, ore 15 | introduce il film il regista Claudio Giovannesi

Tutto e subito.
Vi ricordate come eravate a quindici o sedici anni? Se non vi viene in mente nulla, sfilate da sotto la polvere della memoria il ragazzino che siete stati e guardatevi. Vi piacete? No, troppo grassottello oppure sì, eravate l’asso in tutto quello che facevate? Non è il caso che ricominciamo a scavare per seppellirci ancora più in profondità o che aggiungiamo qualche mattone per innalzare il piedistallo su cui ci siamo posizionati, mi interessa che notiate quella strana luce che avevamo negli occhi e faceva brillare ogni cosa su cui posavamo lo sguardo.
C’eravamo anche noi nel coro, quando la musica finiva, a urlare assieme a Jim Morrison: “Vogliamo il mondo e lo vogliamo… adesso”.
Perché da ragazzini, pur avendo davanti un futuro ancora da consumare, non avevamo tempo per aspettare.
Volevamo tutto e subito e ogni cosa aveva il gusto dell’assoluto.
Molti di noi sono cresciuti in ambienti “normali”, più o meno civili… Ora, provate a immaginare come potrebbe essere il vostro vecchio voi in mezzo a una città devastata dalla camorra. Anzi no, guardatevi La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi.
È una pellicola in concorso al Premio Caligari, tratta dall’omonimo romanzo scritto da Saviano (lo scrittore e co-autore della sceneggiatura assieme al regista e Maurizio Barucci). Si percepisce la precisa volontà di restare lontani dalle atmosfere televisive di Gomorra, mettendo in scena un prodotto più oscuro, più spietato, meno sensazionalistico e più aderente alla realtà.
Molto fedele dall’opera da cui è stata tratta, ambientata a Napoli e interamente recitata in napoletano, offre una visione sul grande schermo del legame tra camorra e adolescenza.
Per via di scelte di regia molto precise, in alcune sequenze riescono a trasmettere allo spettatore la sensazione di claustrofobia e fanno correre la storia sui binari della fatalità.
Premiata con l’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura, racconta l’ambizione di alcuni ragazzi – troppo piccoli per essere processati e abbastanza adulti per giocare con le armi – con la precisa volontà di riscattarsi associandosi agli oppressori.
Oltre alla fallacia del ragionamento, viene messa in evidenza la differenza di gestione del potere da parte di una organizzazione criminale e le nuove leve mosse da una fame insaziabile di soldi per comprare vestiti firmati, frequentare locali esclusivi e uscire dallo squallore e dalla miseria.
La storia di un branco di delinquenti “innocenti”, una compagnia di ragazzi salvati dall’anonimato da semplici soprannomi, che approfittano di un vuoto di potere e danno libero sfogo al volere tutto e subito, senza essere consapevoli che si tratta di un desiderio mortale nell’intersezione tra il Centro Storico, il Rione Sanità e i Quartieri Spagnoli.
Agli scettici è bene ricordare che non si tratta di un film noir, frutto della fantasia di un trio di autori, ma di un lungometraggio di denuncia che affonda le proprie origini in atti giudiziari e in fatti di cronaca che hanno sconvolto – e continuano – a sconvolgere l’opinione pubblica.

Mirko Giacchetti

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