La pesca dello spada



Eugenio Tornaghi
La pesca dello spada
Novecento
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Il Commissario Cattaneo, fascinoso sciupafemmine dagli occhi cerulei, è stato da qualche tempo destinato, a causa del suo carattere ostinato e ribelle, ai servizi di ordine pubblico. Quasi per caso, però, si ritroverà prestissimo al centro di un’indagine assai complicata, che vede lui e la sua squadra alle prese con delitti eccellenti nell’ovattato mondo bancario milanese e che metterà più volte in pericolo la vita del Commissario. Chi, e perché, elimina, con una carabina di precisione, gli alti dirigenti di Banca Alleanza? L’indagine proseguirà a fatica, fra depistaggi e intralci di ogni genere, anche da parte degli stessi superiori di Cattaneo, ma alla fine si arriverà a far luce su ogni aspetto dell’intricata (e appassionante) vicenda, che riserverà sviluppi inaspettati. Nelle ultime pagine, quando tutto si ricompone, si spiega ovviamente anche il titolo del romanzo. Il finale, che come al solito non possiamo ovviamente rivelare, è commovente. Bel libro, questo di Eugenio Tornaghi, che riesce a intrigare il lettore sin dalle prime pagine e a tenerlo avvinto sino all’ultima (cosa molto difficile, quando si ha a che fare con un volume di oltre cinquecento pagine…), spesso accompagnandolo su piste che si riveleranno false per poi riportarlo sulla retta via. Lo scrittore ci fa entrare nel mondo dell’alta finanza e ci rivela il nesso che spesso esiste fra questa, certa politica e la criminalità organizzata, senza trascurare il ruolo dei “servizi” in molti degli eventi che caratterizzano la vita di ogni Paese. Godibilissima anche la descrizione dell’ambiente bancario, che Tornaghi conosce molto bene, il tutto reso ancor più accattivante dal modo di scrivere e dall’ironia sottile che pervade le pagine. Da leggere, assolutamente.

Gian Luca Antonio Lamborizio

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