La profezia vaticana



José Rodrigues dos Santos
La profezia vaticana
NewtonCompton
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La profezia vaticana è un altro thriller dall’autore di L’enigma di Einstein che ci riporta con lo storico, archeologo, critto analista e poliglotta professore portoghese Tomàs , a indagare in Vaticano in una ricerca per identificare alcune sepolture all’interno dei territori vaticani, su incarico della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Ma proprio quando Noronha, effettuando degli scavi di approfondimento sotto la Confessione di Pietro, nel Campo P o cappella sotterranea, datata anno 160, dell’attuale basilica edificata – dove secondo la tradizione, è stato sepolto l’apostolo Pietro – trova il probabile loculo del martire cristiano e i suoi resti avvolti in un tessuto intrecciato di fili d’oro, è costretto a fermarsi. Glielo chiede, molto preoccupato, il cardinale Barboni, segretario di Stato del Vaticano perché gli ingegneri della curia temono crolli in quella zona dei sotterranei. L’alto prelato riesce a placare la delusione del professore, coinvolto di persona e a un pelo da una scoperta epocale, solo spiegando che si tratterà di pochi giorni. Ma contemporaneamente sollecita il suo immediato aiuto per una grave minaccia che potrebbe mettere in forse la sopravvivenza della chiesa stessa. Chi vuole il suo parere è Papa Francesco che, dopo aver ricevuto precise minacce dallo Stato Islamico tramite l’ambasciatore dell’Iraq, è inquieto. Teme che i fondamentalisti islamici possano portare un attacco nucleare in Vaticano, scatenare la Guerra Santa. Insomma Sua Santità, pur mantenendo piena lucidità di mente, teme che possano avverarsi le sinistre profezie tra le quali quella di Malachia, di Fatima e di Pio X, che indicano per ultimo il suo papato e ne discute a lungo con lo storico. (Ricordiamo che la più famosa profezia della storia è quella attribuita a San Malachia, arcivescovo del XII secolo che enumera e descrive i papi, e gli antipapi, a partire da Celestino II, salito al soglio nel 1143). E secondo lui l’ultimo papa, destinato a chiudere la sequenza degli eredi di Pietro dovrebbe essere Petrus Romanus. Si potrebbe pensare a Papa Francesco? Neronha usa la logica per controbattere le sue argomentazioni, in un certo senso lo rasserena e visto che, qualche anno prima, ha già dimostrato indubbie capacità risolvendo l’omicidio della Biblioteca Vaticana, riceve dal pontefice l’incarico di chiarire i motivi di un inspiegabile assalto di pochi giorni prima al Palazzo delle Congregazioni. Gli scassinatori, dopo aver vuotato tutta una serie di cassaforti, ricavandone soli pochi spiccioli, hanno aperto anche una di quelle del quarto piano che conteneva importanti carte secretate, nascoste dal ritratto del papa e dietro questo hanno lasciato scritto: Allah è grande. Ma mentre il professore, con l’aiuto della dottoressa Catherine Rauch – incaricata di far luce sulla corruzione della curia e operare una serie di riforme, pare che il Vaticano sia sull’orlo della bancarotta – la sinistra minaccia contenuta nella profezia si avvera: un commando di uomini dello Stato Islamico penetra clandestinamente al terzo piano del Palazzo Apostolico e rapisce il papa. La polizia pensa che siano entrati nella biblioteca privata, poi scendendo dalle fogne, si siano allontanati servendosi delle gallerie sotto gli edifici vaticani, fatte scavare in epoca nazista come eventuale via di fuga per il pontefice e per proteggere gli ebrei rifugiati. Qualche ora più tardi, purtroppo, comincia a circolare su internet un orrendo video nel quale i terroristi mostrano il loro prigioniero facendo un annuncio sconvolgente: il papa sarà decapitato a mezzanotte in diretta mondiale. Anche Sua Santità dice qualcosa e Tomàs Neronha, raccogliendo quelle sue poche criptiche parole, sa di avere poco tempo a disposizione per capirne il significato. Che cosa ha voluto comunicargli il papa? Seguire quella flebile traccia: un misterioso nome, è l’unica speranza di ritrovare il pontefice e salvarlo. Parte l’angoscioso conto alla rovescia, mentre nel mondo si scatena il caos. Milioni di persone si riversano in strada, si moltiplicano gli attentati mortali, la tensione tra cristiani e musulmani va alle stelle e alcuni Paesi arrivano addirittura a prepararsi per la guerra. Tomàs non si ferma di fronte a niente, neppure davanti al rischio di farsi credere un pazzo invasato, ma l’addentrarsi tra le spire di un segreto così oscuro lo porterà a scavare fino in fondo profondamente nella sommersa economia del vaticano e la traccia dei soldi che collega IOR, Banco Ambrosiano, Marcinkus, Calvi, Andreotti, riciclaggio di denaro sporco, stretti legami con la mafia, la politica, e persino la morte, che tante domande ha sollevato, di Giovanni Paolo I.
Dopo una partenza classica di attesa, la troppo lunga parte centrale di ricerca economica taglia abbastanza la suspence della narrazione, confondendo le idee del lettore. Inghippi, ostacoli, perdite di tempo, a conti fatti insomma solo nelle ultime cento pagine più o meno si riguadagnano finalmente le note sincopate e stringenti del thriller, precipitandoci in una corsa contro il tempo per evitare una catastrofe di proporzioni inimmaginabili. E scopriremo, come dichiara lo stesso papa, che non tutto alla fine in realtà è come appare.

Patrizia Debicke

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