La ragazza che chiedeva vendetta



Pierluigi Porazzi
La ragazza che chiedeva vendetta
La Corte Editore
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Uscito eccezionalmente in anteprima al Salone del libro di Torino (non dovrebbe essere consuetudine?), il quarto thriller di Pierluigi Porazzi conferma la vena nera dello scrittore di Udine, salito alla ribalta con i tre precedenti romanzi targati Marsilio. Quest’ultimo “La ragazza che chiedeva vendetta” (La Corte Editore, 300 pagine), ripropone l’antica sfida tra il serial killer Azrael, psicopatico, figlio di un pedofilo, e l’ex poliziotto Alex Nero, un tipo solitario e vendicativo. Sullo sfondo la città di Udine, mentre a fare da coprotagonista – ma neanche tanto – l’ispettore Cavani. Nelle prime pagine troviamo una ragazza uccisa, durante un’orgia, da un mix di droga e alcool. Il tutto parte di lì e dove s’inserisce Azrael, scopritelo leggendo. Il ritmo è molto veloce, se fosse un film potrebbe essere “The Foreigner” con Jackie Chan; molta azione, dialoghi rapidi e davvero poca psicologia spiccia. Fa quasi piacere, vista l’invasione di pseudo thriller, definiti appunto psicologici. Laddove di psicologico, poi, non hanno veramente nulla, se non un’etichetta appiccicata frettolosamente da qualche furbastro del marketing. E infatti, nonostante il can-can, li trovi tutti lì sugli scaffali, invenduti. Porazzi, invece, scrive libri sinceri. Come questo che recensiamo. L’autore non utilizza sotterfugi per raccontarci la sua storia. Nessuno grida al capolavoro, difficile però individuare elementi fuori posto. Anzi: al termine tutto combacia perfettamente. La scrittura è più che buona, la trama regge eccome, la voglia di arrivare alla fine c’è, i personaggi sono credibili. Roba da appassionati di genere, insomma. Che noi consigliamo ai nostri lettori. Un bravo a La Corte Editore. In epoca di omologazione, sforna libri che si distinguono per formato e grafica. Mica poco, per un “vecchio” come me appassionato della carta e poco sensibile (per non dire indifferente) ai libri elettronici. Se fosse una canzone “La ragazza che chiedeva vendetta” suonerebbe come “Parole di burro” (nella versione rifatta del 2018) di Carmen Consoli. Voto: 7 e mezzo.

Alessandro Garavaldi

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