La ragazza corvo



Erik Axl Sund
La ragazza corvo
Corbaccio
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Quando il corpo di un bambino viene trovato mummificato, viene chiamata subito a indagare Jeanette Kihlberg, commissario della polizia di Västerot, Svezia.
Moglie e madre, e al momento unico sostentamento economico della famiglia, Jeanette è il classico poliziotto di terza generazione, entrata nell’arma per scelta e con la convinzione che le forze dell’ordine siano le uniche a poter davvero cambiare il mondo.
Proprio per questa sua convinzione, Jeanette si butta anima e corpo alla ricerca dell’assassino, ma nonostante i suoi sforzi la portino a trovare un gruppo di pedofili, nulla l’avvicina al reale colpevole, e nel frattempo vengono rinvenuti altri due cadaveri di bambini e, anche se il terzo non è nello stesso stile dei primi due, Jeanette sa per certo che la morte è sopraggiunta a causa della stessa mano.
Nonostante i suoi superiori si aggrappino al fatto che i bambini sono clandestini illegali, e che quindi oltre a non essere registrati nessuno ne ha denunciata la scomparsa, e vogliano perciò  chiudere il caso in sordina, Jeanette decide di continuare a indagare di nascosto.
Le sue indagini la porteranno a conoscere la psicologa Sofia Zetterlund, personaggio molto particolare e collegata sia a una delle vittime che a uno dei sospettati.
E proprio  sospettati, che risultano colpevoli di pedofilia ma non collegati direttamente agli omicidi, iniziano a morire uno dopo l’altro per misteriosi incidenti.
Chi si nasconde dietro a tutto? E perché muoiono sia le vittime che i colpevoli?
Pur ritrovando fin dalla prima pagina il classico ritmo scandinavo,  lento, quasi pacato che, come un motore diesel, ha bisogno di scaldarsi un po’ per arrivare al pieno regime, il lettore si ritrova comunque immerso nella vita e nei pensieri dei protagonisti, sia della poliziotta che trovandosi donna in un ruolo da uomo viene presa poco seriamente sia dai colleghi, dai superiori e dai sottoposti, e anche dall’amministrazione che ogni mese in busta paga aggiunge i vari premi solo ai colleghi maschi e mai a lei, trovandosi così a dover lottare per ogni respiro; sia della psicologa che a furia di studiare le menti dei peggiori criminali, inizia a sondare anche  la sua di mente, scoprendo zone buie e spaventose di situazioni mai elaborate e quindi mai superate; fino ad arrivare alle varie donne sottoposte a violenza che si ritrovano a vivere una vita incompleta a causa di un senso di rottura interiore.
Il tema trattato  è la pedofilia,  la violenza verso dei minori, spesso anche molto piccoli. Bambini uccisi dopo essere stati comprati, come  fossero oggetti che, presi al mercato, si gettano via  appena si rompono o diventano inutili.
Altro argomento molto forte è la voluta cecità degli organi di potere che, con la scusa che le vittime sono straniere e invisibili, quindi totalmente inesistenti sul territorio, tendono a insabbiare tutto per evitare che statistiche e popolarità possano diminuire facendoli sfigurare.
Uno dei punti forti del libro è la scelta dell’autore di inserire ogni tanto dei capitoli che descrivono cosa sta facendo il killer, dando come unico indizio il fatto che sia una donna, portando così l’attenzione del lettore su ogni possibile spunto che lo condurrà a fare mille ipotesi fino al colpo di scena finale.
Un romanzo molto ben strutturato che sa come far passare molte notti insonni.

 

Micol Borzatta

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