La rivolta



nan auroosseau
La rivolta
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In questi giorni sono tornate alla ribalta le periferie francesi, le banlieue.

 Dopo che si era parlato tanto delle rivolte nelle periferie parigine, ora è toccato a Grenoble. Il malessere che viene vissuto e subito nei quartieri / ghetto sta trovando ultimamente anche un’altra forma di espressione attraverso il noir. Noir che non ci parla tanto delle rivolte di cui si occupano le cronache, ma del luogo in cui vengono rinchiusi coloro che vivono la strada : il carcere.

Ma anche la risposta a quest’ultimo : La Rivolta ( titolo del libro uscito per le Edizioni e/o ) con tutti i suoi effetti collaterali e le sue conseguenze. Il carcere, luogo che l’autore, Nan Aurousseau, conosce bene per averci trascorso 7 anni della propria vita e che descrive nel libro. Una descrizione dei meccanismi che si producono all’interno di quella struttura che ci ricorda, sotto molti aspetti, non solo i romanzi dello statunitense Edward Bunker ma anche i vari libri che in Italia hanno affrontato quest’argomento.

 La correlazione carcere / banlieue è del tutto naturale non solo per chi ha vissuto entrambi, ma spesso e volentieri risulta essere un connubio, anzi, lo sbocco logico di chi nella propria esistenza non ha trovato molto altro di diverso dlla disoccupazione, dalla miseria o dall’arroganza di chi vorrebbe porsi a tutele dell’ordine e della sicurezza.

Aurousseau in un precedente romanzo,  Blues di banlieue, si era già ispirato a quanto vissuto in prima persona e sicuramente la frequentazione di Manchette e l’influenza di Daeninckx hanno contribuito ad aggiungere un altro nome nella folta schiera di autori noir nel panorama francese

edoardo todaro

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