La scrittrice del mistero



Alice Basso
La scrittrice del mistero
Garzanti
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«… È così che funziona con te, Vani? Uno crede di stare con una defilata, solitaria ghostwriter che passa la sua esistenza a scribacchiare davanti a un computer, e invece si ritrova bombardato da colpi di scena come in un incrocio fra Goldfinger e Peyton Place? Perché a me va benissimo, eh. Basta saperlo. Ho una certa età, devo arrivarci preparato, agli shock.»
Vani Sarca è tornata. Ironica. Intuitiva. Eccentrica e asociale – ma forse non troppo – l’irresistibile eroina uscita dalla penna di Alice Basso è pronta a riportarci nel suo mondo, coinvolgendoci in una nuova avventura che ha il sapore della suspense, ma anche quello più dolce delle emozioni.
La scrittrice del mistero è il quarto libro di una serie riuscitissima di cui è complicato inquadrare il genere, ma che tutto è tranne che monocromatica: ha tocchi di giallo ma – secondo le ferree regole degli anni trenta – non concretizza le prerogative del giallo classico; assume le sfumature, talvolta tenui e altre più intense, dei sentimenti; si macchia di nero mentre, con disinvoltura, si addentra nelle controverse pieghe dell’animo umano; è ravvivato dalle tonalità multiformi di un umorismo dissacrante, spesso iperbolico, e dall’indiscutibile impatto. Il lettore viene irrimediabilmente sedotto dall’atmosfera arguta che attraversa ogni pagina della storia e, imbrigliato tra gli intriganti lacci della prosa dell’autrice, non può che immergersi nel mondo che da questa prende forma perché la scrittura di Alice Basso è ricca di suggestioni, percorsa da idee, animata da riferimenti letterari e da significativi momenti di riflessione.
«… arriverai alla mia età, ripenserai alla te stessa di quindici anni, e allora la ringrazierai per essersi buttata nella vita a farsi le ossa senza delegare a una ***** più adulta. Perché, vedi, certe cose sono come gli orecchioni: ci devi passare da piccolo per uscirne immunizzato, e se diventi adulto senza esserteli beccati devi solo sperare che non ti tocchino mai, o a quel punto sì che ti faranno male sul serio…  Impara a non avere paura di queste cose. Dopodiché avrai un sacco di ricordi di cui a poco a poco ti resterà solo il bello, e degli anticorpi che ti faranno dire: “Non sono morta quella volta, non morirò la prossima”. E magari…»
Il piglio che caratterizza il suo modo di rappresentare personaggi e dinamiche ha una consistenza quasi lussuriosa. Appaga mente e sensi. Dà piacere. Il tono ironico non toglie solidità né ai protagonisti che calcano la scena né all’intreccio, anzi scava laddove la serietà non riuscirebbe a spingersi, come fa, un esempio fra tanti, ricostruendo quegli aspetti sconosciuti del mondo delle case editrici svelati – con la solita irriverenza e attraverso il filtro sottile della parodia – dalla singolare ghostwriter. Tante le vicende in cui Vani rimarrà incastrata: la scrittura di un nuovo libro, la risoluzione di un mistero che coinvolge l’ex fidanzato, le situazioni che  interessano le persone a cui è legata e una vita affettiva che inizia a guardare verso un inaspettato futuro. Tante, non riuscirei a citarle tutte, le figure che insieme a lei renderanno interessante e particolare La scrittrice del mistero: Lara, Morgana, Enrico, Irma, Harry Black e non ultimo… anzi… il fascinoso e lungimirante commissario  Romeo Berganza. Potrei dire molto di più di La scrittrice del mistero ma a questo punto penso sia ora di lasciare al lettore l’intoccabile diritto di scoprire cos’altro Alice Basso gli ha riservato.

 

Mariella Barretta

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