La stagione dei tradimenti



Philippe Georget
La stagione dei tradimenti
E/O
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Definirei  La stagione dei tradimenti come un poliziesco che si lascia volentieri contaminare da spruzzi godibili di noir.
Gilberto Sebag è un tenente di polizia che si trova ad indagare su un omicidio di una donna in un hotel accanto ad altri tragedie come quella di un uomo che vuole saltare in aria e un depresso che si getta dalla finestra. Anche la sua vita è attraversata dal tradimento della sua compagna e lui sembra andare a pezzi e naufragare tra alcool e umore che precipita.
Lo scrittore approfondisce la vita dei personaggi, come da tradizione transalpina, e li inserisce in un’atmosfera che non è solo noir ma anche arcobaleno. La nostalgia e la tristezza si affiancano a scene esilaranti ad altre crude e nere. Georget ci affascina con la sua dote di infilarsi dentro rapporti e sentimenti di gioia e dolore e portarci dentro l’animo umano.
In sostanza la trama è solida e i dialoghi sono credibili ma ciò che rende bravo lo scrittore è la sua capacità di intrecciare la storia con la vita sofferta dei personaggi. Vi è un corvo che invia foto ai mariti, avvisandoli dell’adulterio delle mogli. Georget ci conduce dentro al matrimonio e ci mostra pregi e difetti senza cadere nei luoghi comuni.
Personaggi femminili interagiscono con il tenente e cercano di giustificare il loro comportamento lasciando trasparire quasi un’inderogabile necessità di tradire per essere felici. Hanno bisogno di sentirsi ancora belle e di incrociare sguardi affettuosi di maschi non ancora distratti.

Roberto Estavio

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