La vacanza ideale



Claire Douglas
La vacanza ideale

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A volte capita, nel raccontare delle storie, che si finisca con il creare un vero e proprio racconto che rasenta, e per certi aspetti somiglia ad una esperienza di vita realmente vissuta … quasi al confine con la realtà.
Questo, in sintesi, il contenuto del terzo romanzo della scrittrice e giornalista inglese Claire Douglas, che da oltre quindici anni scrive su quotidiani e su riviste femminili nella città dove vive: Bath, nella contea del Somerset, Inghilterra sud occidentale.
La vacanza ideale  è stato tradotto in italiano da Francesca Toticchi ed è stampato per i caratteri della “Casa Editrice Nord”. Questo libro segue “Le sorelle” e “La migliore amica”.
La Douglas ha vinto con “Le sorelle” un “Marie Claire Debut Novel Competition”
Nel nostro vivere globale sembrerebbe normale e legittima la richiesta anonima di poter scambiare la propria dimora in cambio di un piccolo periodo vacanziero. Ma tale richiesta è forse scaturita dalla buona fede, dalla medesima voglia di cambiamento e di vacanza, dal voler staccare la spina, oppure è un machiavellico disegno di vendetta?
In alcune righe del prologo del romanzo viene descritto ciò che il lettore si accingerà a leggere ed a vivere insieme all’autrice. In prima persona, perché il romanzo viene “narrato” dalla protagonista, ci confessa di aver ucciso il marito e fornisce alcuni particolari: la ferita sul cranio, il rivolo di sangue, l’accuratezza nel cancellare le impronte e il dubbio che qualche testimone l’abbia vista. Questo dubbio trasformerà Libby, la nostra protagonista, quasi in una mente criminale.
Il racconto, ideato molto bene, si compone di tre parti: la vacanza che trascorrono Libby e Jamie in una splendida villa in Cornovaglia, la seconda parte che ci riporta indietro di anni, durante una ennesima vacanza di Libby in Thailandia che ancora la tormenta (altri fantasmi …); ed infine il ritorno a casa, nella città di Bath alle prese con tutti gli avvenimenti accaduti a lei ed al marito in Cornovaglia.
Conclusione: la vacanza non ha risolto un bel niente, la coppia è più schizzata dalla partenza, i problemi sono aumentati e le paure cresciute. Però, ripeto: nulla è come appare e tutto viene messo in discussione, ancora bravissima la scrittrice.
Libby Hall, è una maestra che vive il suo momento di eroismo per aver salvato una sua allieva dalla fiamme di un incendio divampato nelle cucine della scuola dove insegna. Ma non è come sembra, perché questo salvataggio ha lasciato in lei ferite molto profonde, tanto da farle perdere il bambino che portava in grembo ed ha riattivato, nella sua memoria la paura per un episodio accaduto anni prima.
Forse il momento di fama è la goccia che spinge definitivamente Libby verso la ricerca della vacanza, della fuga e del nascondersi. Sì, per lei la notorietà non è benigna. La famiglia, nata da non meno di nove mesi, è un mezzo tracollo, il rapporto con il marito Jamie non è dei più rosei; il suo lavoro da insegnante si sta rivelando stressante e … poi la sua foto che campeggia sui quotidiani della città e della contea. Basta! Libby non può sopportarli, deve evadere, fuggire.
Inaspettata e propizia sembra giungere la proposta di scambiarsi casa (sembra un reality) per una vacanza breve da trascorrere in Cornovaglia, una settimana in una splendida villa fronte mare, mare selvaggio.
Libby è al settimo cielo, non le sembra vero, è giunta l’ora per evadere dalla città, dai suoi tormenti, lasciare a Bath i suoi fantasmi e godersi la vacanza con il suo Jamie. Via, si parte!
La vacanza ideale è scorrevole, ben scritto e le oltre trecento pagine del libro sembrano chiedere di essere lette in fretta …
Il libro rientra nel genere del domestic noir: questo genere è collegato alla sfera familiare, “la famiglia è terreno fertile per il crimine” (A. J. Waines), in essa si praticano incesti, tradimenti, rapimenti, inganni, e soprattutto si convive con segreti da cui non puoi fuggire e con gli scheletri negli armadi che non puoi distruggere. Tutti questi elementi sono vivi, modificano, ritornano, ed hanno il sopravvento sulle decisioni dei personaggi … dove il “rendere conto” delle proprie azioni è sempre inevitabile.
La nostra protagonista quindi, vive una realtà non proprio tranquilla. Oltre al suo torbido passato, rivelatoci nel prologo, quotidianamente convive con la infelicità di un matrimonio da poco contratto, con i fantasmi del suo passato e con lo stress del suo lavoro di insegnante. Libby è una donna imbranata, incompresa, ha affrontato un aborto ed è in continua lotta con se stessa. Tutto questo questo è ben reso dallo stile di scrittura della nostra Claire nel romanzo dove iniziamo a vivere anche noi le stesse ansie, angosce, paure, con il tremendo presagio che questo ritmo sfoci in atti criminali.. Ma questo quadro ha molte varianti, molte svolte, dubbi che sembrano risolti e poi si ripropongono. Questa è la vera anima del racconto, dove la protagonista può apparirci negativa, capace di compiere atti criminali, dove nel gioco entra a far parte il marito, oppure un personaggio appena incontrato … tutto non è quello che sembra, e la scrittrice ci conduce a considerare Claire come paranoica, ossessionata dalle sue paure, dalle sue contraddizioni.
La stessa vacanza in Cornovaglia, nella sontuosa e domotica villa, si rivela un inferno, un tormento che alimenta e sviluppa maggiormente lo stress e le paure che Claire già sostiene in città. Qui, una serie di coincidenze, situazioni ed incidenti, convincono Claire che chi l’ha invitata a trascorre questa vacanza, l’ha trovata, riconosciuta e ne conosca il suo torbido passato e l’incubo cresce esageratamente. Questa volta fuggire è impossibile, ed ora è la Verità ad intervenire per mettere tutto in ordine.
Ha voluto a tutti i costi modificare, sovvertire la sua vita; seppellire i suoi ricordi, cancellare il suo passato, si è illusa che fuggire dalla città, abbandonare per una settimana la scuola, potesse tornare utile al suo stato d’animo, ma il passato non si arrende, ti cerca, è esso stesso a comparire ed a chiedere il pagamento.
La vacanza ideale è un thriller di suspense, adrenalinico, fatto bene, un racconto che dalle prime pagine ti cattura e ti coinvolge in cui l’autrice mescola amore, amicizia, gelosia, falsità, ipocrisia, inquietudine, ansia e trepidazione, il tutto per condurvi al finale  per niente scontato.

 

 

Gianni Anastasio

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