L’aria che tira: Poteri occulti – Stefania Limiti

Stefania Limiti
Poteri occulti
con prefazione di Enzo Ciconte
Rubbettino

Il tema dei poteri che da dietro le quinte, in segreto, muovono le pedine su quell’immensa scacchiera che è il pianeta, è vecchio come la storia del mondo; è complesso e ovviamente non riguarda solo il nostro Paese. Non dimentichiamo infatti che altrove gli effetti della loro esistenza sono stati ben più distruttivi, basti pensare ai prodromi di dittature oppressive e sanguinarie come quella dei Colonnelli in Grecia, di Pinochet in Cile…
Diciamo che da noi queste mosse sulla scacchiera, fatte per spostare gli assi dei benefici che dovrebbero essere condivisi da tutti i cittadini insieme con le loro libertà civili, verso nebulosi interessi transnazionali, sono forse più evidenti che nel resto del mondo occidentale per varie ragioni e si manifestano soprattutto da quando il popolo ha preso coscienza dei diritti inalienabili dell’uomo, primo fra tutti la libertà, poi l’uguaglianza e la fraternità che significa cura, sostegno, suddivisione e condivisione delle risorse… In una parola, dei principi dell’Illuminismo ma anche in quelli del comunismo disattesi però quasi da subito anche nei paesi in cui il comunismo è nato a causa della disparità di potere fra chi gestiva la Å™es pubblica e chi ne subiva le imposizioni sempre più gravose e intollerabili.
L’argomento dei poteri occulti è sfuggente, appiccicoso, ambiguo, scivoloso anche per coloro che dovrebbero combatterli, perché, come sosteneva il grande filosofo della politica Norberto Bobbio, sono “poteri invisibili” e le due parole “occulti” e “invisibili” non sono sinonimi, ed è molto sottile il confine fra l’esigenza di conoscerli per poterli combattere e il complottismo, parola brandita come un manganello dai conformisti contro chi legittimamente dubita delle verità ufficiali.
I poteri occulti, come spiega la storica Stefania Limiti, grande giornalista investigativa, sono poteri criminali e il loro agire sui cittadini per impaurirli, incattivirli, aizzatli gli uni contro gli altri per spingerli verso una direzione politica gradita a chi tiene i fili, rappresenta, per riprendere la definizione di Enzo Ciconte, “un segmento criminale della storia d’Italia”. Un segmento che minaccia continuamente di moltiplicarsi per gemmazione, aggiungeremmo. L’argomento di chi dirige la storia del nostro Paese stando nell’ombra è molto attuale a causa “del dilagare di organismi non elettivi e non soggetti a forme di controllo democratico”, scrive l’autrice e qui il pensiero si può dirigere verso le ipotesi sui mali che hanno afflitto l’Italia a partire dal Dopoguerra, quando nei gangli delle istituzioni furono travasati senza ritegno gli uomini del regime fascista, perché così volevano i nostri “liberatori” in funzione anticomunista, affinché non potessero instaurarsi, in un paese “di frontiera” strategico per gli interessi degli USA, governi vicini a Mosca.
Tuttavia sbaglierebbe chi intravedesse dietro ai poteri occulti [solo] la mano del “grande Satana”, l’America] della Guerra fredda. Lo si capisce dalla definizione in base ai loro requisiti che ne dà lo storico Angelo Ventura, riportata fedelmente dall’autrice.
“1.Il segreto che ricopre in tutto o in parte i membri, le azioni e addirittura l’esistenza dell’organizzazione ; 2. la funzione di contropotere perché perseguono autonomamente i propori fini di potere, diversi o contrari rispetto al potere legittimo ; 3. il carattere illegale delle attività e, per lo più, della stessa organizzazione occulta”.
A questo punto, tutto è apparentemente più chiaro. Anche se ciascuno può arrivare da sé ad azzardare nomi possibili per questi poteri, nel libro viene fatta una lista delle principali organizzazioni segrete che esercitano poteri occulti e dei settori nei quali ciascuna di esse opera e spadroneggia. In teoria, per individuarle basterebbe collocarle sulle tracce dei fatti che hanno impresso, spesso con il sangue, sterzate precise alla politica. Come, per esempio le stragi, ma anche la delegittimazione della politica e il suo svilimento degli anni ’90.
Ma ancora tutto questo non basta per capire com’è stato possibile che masse di cittadini si siano spostate nelle direzioni indicate dai “pupari” aventi come unico fine quello di garantire i propri interessi, quando, le stesse masse, avrebbero avuto la possibilità, attraverso libere elezioni, di vivere in un paese veramente democratico.
Un libro breve, solo 122 pagine questo di Stefania Limiti, ma intenso e diremmo essenziale per dare una collocazione e una comprensione agli eventi, apparentemente inspiegabili, che ci hanno portato dove siamo, cioè a privarci da soli, pacificamente, democraticamente, di quelle garanzie che ci aveva dato la Costituzione nata dalla Resistenza: cittadini smarriti, ignari di quali siano i propri veri interessi e, purtroppo, contenti di esserlo.

Adele Marini

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