L’attore



RICHARD MONTANARI
L’attore
nord
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L’assassino è…
Non lo sveleremo, niente paura, anche se di paura ce n’è tanta in queste pagine very black di Richard Montanari, lo scrittore americano che dietro la sua immagine dottorale, nasconde una vis letteraria nera e malvagia.
L’autore di Cleveland di chiare origini italiane, che ha all’attivo sei romanzi pubblicati negli States, torna sul mercato italiano dopo il successo del precedente “Le ragazze del rosario”, con il nuovo incalzante thriller “L’attore” (Skin Gods), Editrice Nord.
Il suo ormai collaudato styling è un marchio di fabbrica insieme alla maniacale attenzione per i personaggi. Ritratti difficili, che non lasciano indifferenti anche per ruoli minori, come Atkins Pace, testimone con memoria fotografica, che compare nel romanzo per poche pagine. Un character difficile da dimenticare.
In questo “L’attore”, ritroviamo i protagonisti del precedente romanzo, il dinamico e umano duo composto dai detective Kevin Byrne e Jessica Bolzano. Pagina dopo pagina, Montanari ne segue l’evoluzione psicologica, in particolar modo quella di Byrne, sfiancato e consolato dall’abuso di alcool, snervato e disilluso dalla nuova cicatrice di dolore, figlia del caso precedente. L’autore si serve con autorevolezza dell’animo oscuro e problematico di Byrne da una parte e dei buoni sentimenti della Bolzano – madre di famiglia costretta a combattere ogni giorno in un universo maschile per trovare una propria collocazione – per ottenere un’alchimia che si sposa perfettamente agli elementi classici del genere, dando vita a una trama ad alta tensione.
Byrne e Bolzano saranno impegnati questa volta a indagare sugli omicidi di un nuovo serial killer, soprannominato l'”attore” appunto.
Nomen omen.
Il feroce serial killer si presenta come cinefilo convinto. Infatti ama ricreare ad arte i famosi delitti hollywoodiani. Si passa dalla scena della doccia di Psycho di Hitchcock, al terrificante scempio della sega circolare di Scarface di De Palma, al colpo di pistola di Attrazione fatale di Lyne.
Cosa c’è di strano, penserete voi? Il piccolo particolare che nei suoi remake non si serve di attori. Al posto dei protagonisti di questi celeberrimi omicidi in celluloide, ci sono persone reali. Non c’è la bionda, stupita e spaventata Janet Leigh sotto la doccia, ma una donna in carne e ossa che riceve la morte attraverso il martirio della lama di un vero coltello. Ed è vero sangue quello che in un gorgo macabro scompare nello scarico della doccia.
La realtà imita l’arte nel modo più oscuro e scioccante.
E come ogni prodotto commerciale che si rispetti, anche l’opera dell’Attore richiede un pubblico. Consenziente o meno. Il metodo è semplice quanto banale. Per l'”attore” è sufficiente includere lo snuff-movie in una normale cassetta a noleggio e attendere che qualche appassionato di grandi classici la prenda per trascorrere in famiglia un paio d’ore in relax …
Teatro degli efferati “omaggi” dell’Attore, fatti vivere in maniera superba dalla prosa descrittiva di Montanari, una Philadelphia magistralmente raffigurata. Una città che dietro un velo di assoluta normalità nasconde un dietro le quinte terrificante e inaspettato.
Byrne e Bolzano saranno precipitati dentro un buco nero di malvagità, dove persino il diavolo si troverebbe a disagio.
Dovranno affrontare e varcare l’ambigua apparenza di S&M clubs e dell’industria del porno. Un viaggio delirante nel male puro, dove la morte e la sofferenza sono solo attrezzistica per uno spettacolo inscenato e voluto dalla follia umana. In maniera sconcertante, i due detective scopriranno che nessuna delle vittime dell'”attore” era così innocente come voleva lasciar credere…
Richard Montanari ha fatto di nuovo centro, analizzando e viaggiando tra i labirinti della pazzia, intuendo ancora alla perfezione il meccanismo di quel click che scatta nella mente di una persona trasformandola in un assassino. E su questo costruisce una trama che fa comprendere appieno come la realtà ordinaria possa apparire distorta alla vista di una persona mentalmente malata. Ma come anche una realtà purulenta possa essere un valido corroborante della follia. Da leggere.

Novelli&Zarini

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