Le fedeltà



Diane Brasseur
Le fedeltà
Sonzogno
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L’etimologia di tradire è chiara: “consegnare ai nemici” e il riferimento palese è a Giuda, il primo grande traditore della storia. Ma tradire, significa anche “dimenticare” la strada corretta. E dunque, percorrere vie che esulano dall’ordinario. “Le fedeltà” è un romanzo che può far male. Ferire per la freddezza con cui tratta, in quello che sembra un monologo teatrale, un argomento complesso che divide, chi è coinvolto, tra vittima e carnefice.

Il protagonista, di cui ignoriamo il nome, è un uomo di 54 anni perennemente in viaggio tra Marsiglia, luogo dove vive la sua famiglia d’origine e Parigi, città dove convive con l’amore che lo tiene giovane L’altra è una trentenne che, dopo un matrimonio di diciannove anni, è il last minute della sua vita. Ma il senso di colpa per questa doppia vita, lo “scaraventa” nel vortice di un dramma, perché ama la moglie e ama Alix, ma non ama l’infedeltà. È tempo di fare una scelta, ma quando ci pensa è dilaniato. Così, prima di partire per le vacanze di Natale, si chiuderà nel suo studio, determinato a non uscire se non dopo avere fatto una scelta. Una storia come tante, con un finale aperto: perchè il cuore conosce delle ragioni, che la ragione non conosce…

Bea Buozzi

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