L’enigma della camera 622 – Joël Dicker



Joël Dicker
L’enigma della camera 622
La Nave di Teseo
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Joël Dicker torna in libreria con il suo nuovo romanzo (L’enigma della camera 622 – La nave di Teseo, pagg 640), un giallo/mistery costruito narrativamente, come alcune delle sue opere precedenti, tra il presente in cui si indaga e un passato, più o meno lontano, su cui indagare.
Questa volta è un’ignaro scrittore (lo stesso Dicker) che si ritrova (siamo nel 2018), quasi suo malgrado, a indagare su un misterioso omicidio accaduto nella stanza 622 del Palace de Verbier, lussuoso hotel delle Alpi svizzere, insieme ad una sconosciuta e trascinante ospite dell’hotel.
Quindici anni prima, in quell’albergo, in occasione dell’annuale riunione di fine anno – il cosiddetto “Gran week end” – dell’importante banca privata Ebezner di Ginevra, durante la quale sarebbe stato nominato il nuovo presidente della banca, era avvenuto un omicidio rimasto irrisolto nonostante i tanti possibili colpevoli e moventi; la memoria di quell’episodio e degli avvenimenti successivi sono stati cancellati e sembrano ormai nascosti sotto un manto di neve e di rasserenante e ovattata normalità.
Dicker, collaborato dalla sua occasionale assistente, si ritrova – con l’intenzione, alla fine, di scriverla quella storia – a scavare non solo sugli avvenimenti accaduti quindici anni prima ma anche su fatti e vicende di trent’anni prima, epoca in cui si sono determinati i destini dei protagonisti e le premesse stesse dell’omicidio.
Voi che vi apprestate a leggere il ponderoso romanzo lasciate ogni speranza di scoprire il colpevole; in realtà dovrete attendere molto anche solo per conoscere l’identità della stessa vittima!
Il trentacinquenne scrittore svizzero costruisce, con grande mestiere, un romanzo che gravita intorno all’affascinante Anastasia e alla lotta per la successione al vertice della banca; le maglie della trama e i pirotecnici colpi di scena si intersecano nel corso degli anni e avviluppano il lettore, senza dargli tregua.
La narrazione, nonostante i tanti personaggi e i diversi piani temporali, scorre rapida e coinvolgente con l’autore che centellina i pezzi del puzzle in una serie infinita di flash back tra i tre momenti del racconto; il ritmo del romanzo fa sorvolare su qualche semplificazione della trama e qualche incongruenza narrativa.
Rileviamo anche una certa “fragilità” della parte relativa all’indagine svolta dallo scrittore Dicker che appare un po’ scollegata dal resto della storia e (forse) aggiunta a posteriori; lo perdoniamo solo perché l’evidente scopo di questa aggiunta è quello di rendere un commosso ed affettuoso omaggio al suo editore e mentore, Bernard de Fallois, scomparso a Parigi nel 2018, all’età di 91 anni.
I personaggi principali – il gotha della banca Ebezner – sono raccontati in maniera accattivante; a volte vi appariranno insopportabili ma su di essi scoprirete, ad ogni pagina, qualcosa di inimmaginabile.
Figli rinnegati, padri incapaci, amanti che rivaleggiano in amore e in affari; con la costante che ognuno dei personaggi è sì zavorrato dal potere e prigioniero della propria ambizione ma sogna di essere qualcun altro e di vivere altrove.
Romanzo di intrighi, di spionaggio internazionale, di scalate societarie, ricatti, rivalità, tradimenti e vendette; una vicenda in cui si comprano e vendono pacchetti di azioni societarie ma anche i destini dei protagonisti.
Qui, però, si raccontano non solo le trame poliziesche intorno all’omicidio ma anche solitudini, ambizioni frustrate, feroci gelosie e passioni amorose devastanti.
Come nella sceneggiatura di una (assolutamente prevedibile) serie televisiva, i vari personaggi entrano ed escono dalla storia, in un continuo turbinio di vicende personali, il tutto nell’abbagliante location del Palace de Verbier, nei cui corridoi e nelle cui suite tutto accade e tutto si dissolve.
A voi lettori tocca l’arduo compito di scoprire se il destino dei protagonisti è disegnato da un mefistofelico e misterioso miliardario russo che manovra i fili delle loro vite o se il destino di ciascuno di loro è invece frutto, soltanto, delle loro incapacità e delle loro gelosie.
Mentre leggerete il romanzo ricordate sempre che, come dice uno dei protagonisti, “quando si vuole veramente credere a qualcosa, si vede solo quello che si vuole vedere”.

Giovanni Marcì

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