Leonardo Pelo di No Reply

Chi è secondo te il lettore tipo di noir e gialli in Italia? Ha un profilo particolare?
Non credo. Penso che la letteratura di genere si sia affermata “semplicemente” perché racconta storie, trame. Non rinuncia a comunicare, ma desidera anche intrattenere il lettore e con tempi cosi velocizzati come i nostri diventa una caratteristica importante quella di “divertire”.

Il libro che ti piacerebbe aver pubblicato, quello che ti sei pentito di aver pubblicato, e quello che hai pubblicato e che ha venduto di più
Pentito di aver pubblicato, almeno con No Reply (con la precedente casa editrice, direi che non vale), nessuno. Se proprio devo indicarne uno direi “Angeli a Perdere” (http://www.noreply.it/pag/libricd/angeliperd.html ma più per la poca affinità con alcune delle persone coinvolte che per la qualità del cidilibro)
Di molti ci lavorerei di più, cercherei magari di curare maggiormente la promozione, ma pentito proprio no.
Il nostro best seller è “Lo Scandalo della Bellezza “di Aldo Nove (http://www.noreply.it/pag/velvet/scandalo.html). Un omaggio a Fabrizio De André molto sincero e francamente è una bella soddisfazione riuscire a vendere un libro così complicato.
Quello che mi piacerebbe aver pubblicato? Sono talmente tanti che farei fatica davvero a dirne uno. Mi piacerebbe aver scoperto Bret Easton Ellis 😉

Chi è il pubblico che va ad assistere alle presentazioni letterarie (a parte gli scrittori in cerca di editore e gli amici intimi dell’autore)?
Il pubblico è esattamente quello da te individuato.
Per questo cerchiamo sempre di impostare le nostre presentazioni come spettacoli, eventi da fruire. Insomma meglio divertirsi e divertire, che parlarsi addosso. Inoltre, personalmente, mi piace molto creare contaminazioni, incroci tra alto e basso in maniera non pretestuosa e vedere che cosa nasce. Just do it 😉

Meglio duecento persone ad una presentazione di un vostro libro o un articolo di una pagina nella sezione cultura di un grande quotidiano nazionale?
Dipende. Come soddisfazione personale la prima (a patto che si siano divertite), come tutto il resto la seconda.

Essere editori in Italia oggi: vocazione, inconscienza o business?
Incoscienza con vocazione che può diventare business.

E’ vero che in Italia ci sono più scrittori che lettori? Che percentuale leggete dei manoscritti che vi arrivano in casa editrice e quanti poi ne pubblicate?
Sì penso si scriva più di quanto si legga, siamo un popolo mediamente presuntuoso e uno crede di poter fare qualcosa senza cultura specifica. E questo purtroppo si vede in tutti i campi. In alcuni, come in politica, diventa addirittura un vanto NON sapere nulla. A me personalmente sembra follia. Pensa se dicessi: oggi mi opero di appendicite e grazie al cielo non c’è un chirurgo ma un idraullico, ah lui sì che sa come si fa.
Credo che finirei in manicomio dritto dritto. O no? Forse no.
Riceviamo una media di 5 manoscritti alla settimana, cerchiamo di leggerli tutti ma andiamo a rilento purtroppo anche se impegno c’è.

Un buon consiglio per gli scrittori già pubblicati ed uno per gli esordienti
Per gli esordienti: leggere. Chi è già stato pubblicato certo non ha bisogno di un mio consiglio!

paolo roversi

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