L’estate del bene e del male



Miranda Beverly-Whittemore
L’estate del bene e del male
Sonzogno
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Un romanzo che è il racconto di una disfatta. Di una caduta progressiva. Di una perdita degli idoli. Dopo aver vinto una borsa di studio per un college prestigioso, l’intelligente ma senza particolari qualità Mabel Dagmar, si trova a condividere la stanza con una compagna ricca e capricciosa. Si tratta di Geneva Winslow, chiave di volta dell’intero romanzo. Perché, superati brillantemente gli esami, Geneva inviterà l’ignara Mabel in una tenuta sul lago di Vermont dove il clan dei Winslow ama radunarsi in estate. Ma non sarà tutto oro quello che luccica. L’amicizia, l’amore, la ricchezza saranno una
patina dietro cui si nascondono terribili segreti. Mabel, Ev, i Winslow sono destinati ad impantanarsi in un mondo fatto di segreti, bugie, suicidi e omicidi. E più si va avanti, più si svelano i misteri di Winloch, più questa caduta si fa vertiginosa, come se ogni angolo di questa immensa tenuta, ogni bungalow, ogni spiaggia sia stato testimone di qualcosa di terribile, e in fondo così è. E l’atmosfera che circonda i protagonisti rispecchia in maniera
magistrale questa sorta di abbrutimento collettivo: dalle prime giornate passate spensierate all’aperto, piano piano i luoghi si fanno più bui, più chiusi e umidi, come se la terra stessa fosse impregnata di cattiveria. Ad un certo punto da proprio l’idea di un luogo malsano, quasi putrefatto, in cui anche le belle tartarughe trovano una morte atroce, ma non solo, i loro corpi restano lì in covi di mosche a marcire. Mi ha molto colpito notare come la natura che li circonda si muovesse e cambiasse di pari passo ai personaggi e agli eventi, come fosse uno specchio delle cattive azioni, ma anche della
verità terribile che Mabel scopre. Nel dorato isolamento di quella che pare una prigione sul lago d’argento, Mabel cercherà di diventare
progressivamente una di loro, accettando i compromessi e diventando depositaria dell’inquietante passato. In cui la cornice, dapprima
idilliaca, si trasforma per gradi in un incubo da cui sarà impossibile uscire.
Un gotico contemporaneo ben scritto in cui un’estate apparentemente luminosa si trasforma in un viaggio dentro l’inconscio del lettore.

Bea Buozzi

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