Cosa ci fa una benestante Newyorchese, calata da sempre nella vita frenetica della grande città, in una gola del deserto californiano in compagnia di qualche cane e alle prese con vagabondi ed hippie?
Protagonista dell’ultimo romanzo di Jonathan Lethem è Phoebe, una giornalista vissuta da sempre nella moderna New York che, forte della delusione data dalla vittoria di Trump, ha deciso di lasciare il lavoro e di mettersi alla ricerca di Arabella, la figlia della sua migliore amica, scomparsa nel nulla mentre era sulle tracce di Leonard Cohen.
Phoebe per farlo si affida a Heist, il detective selvaggio che vive nella periferia di Los Angeles in un edificio che domina una distesa di roulotte, sul vuoto suburbano al di là di essa, in compagnia di un opossum ferito e di una ragazzina selvaggia, rude di carattere, taciturno e poco abituato alla socializzazione e alla vita mondana. I due personaggi, opposti nei caratteri e nei modi fi fare, iniziano un lungo viaggio alla ricerca di Arabella; un viaggio nel deserto americano in cui le comunità hippie si sfidano tra loro divise in comunità.
La ricerca di Annabella, cosi amante di Leonard Cohen che ha provato a seguire le sue tracce, diventa un viaggio alla scoperta di un mondo parallelo che sopravvive, nel silenzio del deserto, all’America moderna, e diventa cosi un rifugio dall’attualità.
Lethem torna al noir per la prima volta dopo il best-seller “Brooklyn senza madre”, vincitore del National Book Critics Circle Award e lo fa con una storia costruita su una trama abbastanza complessa che risente pesantemente del clima americano all’indomani dell’elezione di Trump.
La protagonista, l’io narrante della vicenda, prima di trovarsi nel deserto, in un mondo ancestrale, ha già fatto la valigia negli ultimi giorni del governo Obama, frustrata dalla vittoria di Trump, si abbandona spesso a battute sarcastiche sulla nuova amministrazione e su quel che verrà.
L’America si prepara al nuovo corso e Lethem scappa idealmente dalla città e si trasferisce in mondo parallelo in cui non esistono convenzioni, non esistono sistemi di comunicazione, dove si vive perennemente in assenza di segnale e l’unico collegamento con il mondo reale è dato, come un’oasi nel deserto, dal Neptune Lodge, un’istallazione completa di pannelli solari di energia elettrica e di modernità a cui in pochi hanno accesso.
Le comunità hippie in cui Phoebe si imbatte durante la ricerca di Arabella vivono alla ricerca della libertà, tra alberi di Giosuè, rocce granitiche, grotte e anfratti fuori dal mondo e dove Heist si troverà sempre più a suo agio. Man mano che gli eventi si susseguono si fa sempre più chiara la figura del detective selvaggio che, accompagnato dai suoi cani sul suo pick up, sembra venuto fuori da un film dei fratelli Cohen, un personaggio in controtendenza perfetto nella sua aridità sentimentale in netta contrapposizione con la sua cliente Phoebe. Il romanzo va avanti spedito verso un finale non scontato mescolando tra loro, in maniera equilibrata, vari generi tra cui un thriller, una storia d’amore e una serie di avventure portate avanti da personaggi originali e a volte picareschi.
Da leggere, ascoltando Leonard Cohen, protagonista inconsapevole della fuga della ragazza, che ironia delle sorte mori proprio nei giorni dell’elezione di Donald Trump. Per Lethem, così, il cerchio si chiude.
Il trentaduesimo Raymond Chandler Award è stato vinto da Jonathan Lethem che la sera del 7 dicembre, a Como, ritirerà la copia in argento del famoso doblone Brasher, motore primo della terza avventura di Philip Marlowe (The High Window, del 1947, in italiano La finestra sul vuoto).
Due saranno gli incontri con Jonathan Lethem
Como:
07/12/2019 h 21:00
IL DETECTIVE SELVAGGIO
di Jonathan Lethem
consegna del Chandler Award
Villa Olmo
presenta Sebastiano Triulzi
Milano:
08/12/2019 h 18:00
IL DETECTIVE SELVAGGIO
di Jonathan Lethem
Feltrinelli Piazza Duomo
