Nel cuore della notte
Robert Cormier
Piemme
Robert Cormier è uno dei maggiori scrittori americani per ragazzi, ai quali non fa nessuno sconto nei suoi libri, non già in termini di effetti splatter o grandguignoleschi, ma per la capacità di scendere nelle latebre dell’animo e mostrare ai giovani come l’inferno possa abitare su questa terra, dentro di noi, e costruire piccoli drammi capaci però di determinare profonde svolte esistenziali, anche tragiche. Inoltre, la sua scrittura alza l’asticella della qualità, basta poco per descrivere l’atmosfera domestica malsana: “La sua era una famiglia che parlava poco, soprattutto a colazione…i silenzi facevano comodo” (comodo a chi? perché?).
Il romanzo non è un banale poliziesco del tipo omicidio-indagine-soluzione, ma un thriller psicologico che chiama in causa le grandi tematiche della colpa e della giustizia, della verità e del pregiudizio, dell’innocenza e della vendetta, in un clima crescente di inquietudine e angoscia. Ad halloween durante uno spettacolo di magia in un vecchio teatro il crollo di una decrepita balconata causa la morte di 22 bambini, più quella di una bambina tornata in vita dopo parecchi minuti in cui il cuore si era fermato. Cosa ha visto tra la vita e la morte? “Sono stata io a morire” dirà al fratello. Il sedicenne Jean-Paul, incaricato del controllo in sala, è pienamente scagionato dalla polizia ma non dal sospetto della gente. Si trincererà in un dignitoso silenzio, ma continuerà a ricevere misteriose telefonate in piena notte, soprattutto approssimandosi halloween.
Dopo 25 anni le telefonate cominciano ad arrivare al figlio Denny, sedicenne pure lui. Il (falso) peccato del padre dovrà ricadere sul figlio? Che è afferrato e trascinato da quella voce calda, insinuante e fascinosa in un gioco macabro che rischia di precipitarlo in un gorgo fatale. Le ultime venti pagine afferrano lo stomaco (anche di un adulto) in una morsa che stringe la vita, la morte, l’inferno, il destino di innocenti.
Età: da 12 anni
