Amo Pasolini e Dante – Incontro con Eduard Limonov

31VoHWSb8hL._SX352_BO1,204,203,200_L’incontro con Eduard Limonov è stato senz’altro uno degli eventi più interessanti del salone PLPL, in virtù della sua fama di provocatore letterario e politico prima ancora che come scrittore. Il suo carattere diretto e sincero è emerso subito durante l’incontro con il pubblico, insieme al giornalista Giuseppe Cruciani e all’editore Sandro Teti che ha pubblicato il suo “Il boia”, inedito in Italia.
Nonostante l’incalzare delle domande pungenti di Cruciani, Limonov ha richiesto le domande del pubblico presente, molto numeroso e interessato. Ma quando gli sono state poste domande sulla sua opera (scritta negli anni 80), Limonov ha risposto spesso in modo evasivo, quasi a voler suscitare la curiosità in chi ancora non aveva letto il libro.
Il romanzo è ambientato a New York nei primi anni Ottanta. Oscat Chudzinski è un immigrato polacco di circa trent’anni, che ha rinunciato a diventare uno scrittore. L’incontro con una ricchissima vedova dell’alta società lo spinge a instaurare una relazione sado-maso con lei e con molte altre donne dell’upper class, che lo pagano per i suoi “servizi”. Da qui la sua veloce e repentina ascesa sociale a New York.
Di seguito alcune domande che sono state poste sia durante l’incontro sia nel faccia a faccia con alcuni fortunati blogger, fra i quali la sottoscritta, e di questa opportunità ringrazio l’editore Sandro Teti, il suo staff e la bravissima (e pazientissima) interprete dal russo. Ho volutamente escluso le domande e risposte di carattere politico che sono state invero molte.

La vita di Oscar, il protagonista de “Il boia”, sembra pervasa dalla gelosia e dal desiderio di possesso per Natasa.
In effetti può sembrare così, ma molti avvenimenti nella sua vita avvengono solo per casualità.

La vitalità di Oscar a me pare più un desiderio nichilista di annientarsi. Forse si sarebbe potuto suicidare alla fine del romanzo?
La morte è sempre morte, sia che avvenga per mano altrui sia per la propria. Ho molti amici che sono morti, e di fronte alle loro tombe percepivo solo il peso della loro morte. Pensare al perché sono morti è totalmente inutile.

Oscar è un immigrato polacco, ma poteva essere un immigrato russo?
Certo, io mi sono ispirato a un immigrato polacco che ho conosciuto quando vivevo a New York, ma potevo anche farne un personaggio russo.

La sua permanenza a Parigi ha influito nella scrittura de “Il boia”, che ha scritto mentre viveva lì?
Forse, ma in fondo è la vita che influisce su uno scrittore e sui libri che scrive e non il posto in cui lo scrittore vive.

Qual è il ruolo degli intellettuali oggi?
Gli intellettuali hanno perso completamente il loro ruolo, non contano più nulla. Anche lo studio scolastico non serva più a niente, perché oggi i ragazzi studiano le stesse cose che ho studiato io. Sarebbe meglio se cominciassero invece a lavorare, e si innamorassero, perché è nella vita la molla di tutto è l’amore.

Quali sono gli autori classici europei e americani che ama di più?
Pasolini, Jenet, Dante. Gli italiani studiano Dante ma non sanno che proprio nei suoi testi si può capire la situazione attuale.

 

Raffaella Bianchi

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