L’inganno del passato



Magnus Montelius
L’inganno del passato
Marsilio
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Stoccolma. Autunno 1990. Lo spettinato Tobias Meijtens, precario dottore di studi storici, tassista, piano barista, ora ha un contratto per il nuovo importante settimanale “7plus”, sei mesi come redattore semplice e factotum. Sta dietro al caso dell’area che può divenire edificabile, l’inghippo viene scaricato su un funzionario che si suicida. Vive dalla giovane graziosa studentessa di pediatria Hanna, si prendono una pausa. Sente puzza di bruciato intorno alla morte di un uomo con passaporto albanese, non riconosciuto, con segni di torture scoperte dall’autopsia. Il senzatetto, unico potenziale testimone, viene investito. Viene fuori un vecchio scandalo del 1965, la scomparsa di una presunta spia sovietica, il suicidio di un’altra. I servizi vogliono coprire identità vere e false, allora c’erano i comunisti. E come si stava in Albania? Meijtens indaga con la collega Natalie, senza coperture. Bella storia abbastanza ben raccontata l’esordio letterario del 49enne diplomatico ambientale internazionale Magnus Montelius , in terza varia.

 

Valerio Calzolaio

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