L’isola delle tenebre – AA.VV



AA.VV
L’isola delle tenebre
Algra
Compralo su Compralo su Amazon

Storie siciliane dell’orrore
Sta già nel titolo di questa antologia disponile in libreria dal 7 dicembre, L’isola delle tenebre/Storie siciliane dell’orrore, l’ardita scommessa accettata da Algra, casa editrice etnea fondata e guidata da Alfio Grasso, editore che non teme di mettersi in gioco. A lui si sono rivolti i due curatori d’eccezione, Giuseppe Maresca e Luca Raimondi, scrittori a loro volta amanti del brivido, proponendo un’idea certo temeraria quanto stimolante: raccontare la parte oscura della Sicilia scavando nelle pieghe di quel mondo che confina con l’irreale, col mistero, con l’orrore.
Raccontare l’isola con un’antologia di racconti interamente made in Sicily: siciliani gli autori, siciliani i curatori, gli illustratori, la casa editrice.
“Quando si parla di Sicilia –scrivono infatti i curatori nella prefazione- si pensa subito a spiagge affollate da turisti provenienti da ogni angolo del globo, allegre tarantelle e un sole così splendente che non lascia scampo ai pericoli soprannaturali che si nascondono tra le nebbie e le brume tanto care alla letteratura anglosassone dove la produzione orrorifica ha avuto i suoi natali. Quando si pensa ai siciliani si immagina gente dalla risata aperta e dalla parlantina loquace, fieri rappresentanti dell’umorismo pirandelliano o della comicità di Martoglio, solidi, concreti custodi dediti solo al lavoro e ai valori atavici come da migliore tradizione Verista. Eppure sin dall’antichità la Sicilia ha esercitato su scrittori e poeti un fascino oscuro. Le profondità degli abissi del Mediterraneo che la circonda o le ombre agli angoli dei suoi assolati cortili spesso hanno celato orrori così indicibili da far impazzire anche il razionalista più militante.”
E via con le citazioni di esempi letterari illustri, da Giovanni Verga (La festa dei morti, racconto di fantasmi dai toni gotici ambientato a Catania) a Luigi Pirandello, (Male di Luna che parla di licantropia), da Luigi Capuana (Ofelia con suggestioni alla Poe) a Vitaliano Brancati (che firma il paurosissimo L’isola).
Un background illustre che restituisce un’immagine assai diversa e molto più inquietante dell’isola da cartolina turistica e da quella insanguinata da fatti di mafia. Una Sicilia dal cuore di tenebra dove è facile smarrire la ragione tra calanchi gessosi, castelli rocciosi, radure boschive, sottopassaggi oscuri, statali poco frequentate, abituri campestri o fondali marini dove vivono esseri sovrannaturali.
Sedici penne per sedici racconti con le suggestive illustrazioni di Giulio Pappalardo che di ogni storia è riuscito a cogliere l’essenza e l’ha restituita nel gioco del bianco e nero.  Ogni racconto un mondo a sé, diverso dagli altri per stile e approccio al filo conduttore dell’antologia, ma con ambientazione unica, isolana, che restituisce le atmosfere fatate (vorremmo dire stregate) di una terra ferace, dove il cobalto del mare e la lava del vulcano diventano luogo ideale per alimentare brividi e fare scorrere il sangue.

Apre l’antologia La statale 115 di Stefano Amato, il cui protagonista sulla provinciale Agrigento-Trapani, incontrerà un vecchio compagno di scuola e vivrà un incubo indimenticabile. 

A seguire i racconti degli altri, in rigoroso ordine alfabetico. 

Corrado Artale ambienta Seconda chance sul lungomare di Noto. La giovane protagonista proverà sulla propria pelle la malefica potenza dei pentacoli che evocano demoni. 

Roberto Azzara propone Riflessi sulla nebbia, ambientato nelle verdeggianti colline di Caltagirone. A paisana chiamano la bruma settembrina e si sa, la nebbia offusca, confonde, nasconde.

Federico D’Amore con Il suglio, fa rivivere nelle spiagge di Eraclea Minoa nella’agrigentino, l’inquietudine di un essere mostruoso la cui presenza riecheggia fin dalla filastrocca introduttiva in vernacolo siciliano.

Piergiorgio Di Cara ci porta a Rocca Castello, sui Nebrodi, con C’era una casa con un tavolo dentro. Inquietanti portali e dimensioni alternative suggeriscono di tenersi ben lontani da quella casa.

Antonino Genovese con La luna del diavolo, ci conduce nella sua Barcellona Pozzo di Gotto, ridente località sul litorale messinese. Il male assume molte forme. Anche quella di treni impazziti.

Eleonora Lombardo con Il caro estinto, ci immerge nel cuore di Palermo, in un antico palazzo nobiliare. Il silenzio del giorno viene sconvolto dalla baraonda notturna di chi non si dà pace.

Giovanni Marchese ambienta Il negromante in una bottega d’antiquariato di Catania. Una pendola dell’ottocento, appartenne alla casa nobile dei Corvaja-Ximenes batte ore fatali.

Giuseppe Maresca, con Nostra signora degli annegati ci porta in un paesino sul mare. Lo studente inglese Kieran Nagel si innamora di Minetta ma dovrà fare i conti con la regina dei marosi.

Roberto Mistretta fa arrivare i suoi protagonisti nell’agreste entroterra siculo di Mussomeli con Il castello di Ester. Il basalto della roccia nasconde secolari ammonimenti, mistero, tradimenti, morte.

Luciano Modica con Ipogeo, in piena afa agostana fa visitare a una famigliola una vecchia tomba scavata nelle viscere della Catania antica dove il tempo non scorre allo stesso modo e regna il buio.

Giuseppina Norcia ambienta La contessa torna a casa in un contesto bucolico non lontano dalle suggestioni dell’Etna. Una villa signorile nasconde i segreti d’un amore senza tempo.

Angelo Orlando Meloni con Mala Carne, ambientato nel siracusano, racconta una storia che prende abbrivio dal chioschetto di Maicol il paninaro ed evolve in modo granguignolesco. 

Luca Raimondi utilizza due ragazzini orfani di padre come protagonista del suo Il guardiano, ambientato a Siracusa. Il bene e male assumono aspetti insoliti.

Giusy Sciacca con Fimmini di focu ambientato tra i colli di Lentini, racconta della Dragunara, la Matri tinta, signora delle Animulari e di Mara e Matri Luci e dell’eterna lotta tra il bene e il male.

Chiude Salvo Zappulla con L’escluso, ambientato a Sortino. Da un giorno all’altro il professore Amilcare Santarelli si ritrova bandito dalla vita dei suoi conoscenti e non sa spiegarsene il motivo.

Un’antologia made in Sicily che sa di sale e zolfo.

Potrebbero interessarti anche...