Lo scorpione d’argento



Fabrizio di Marco
Lo scorpione d’argento
Rogiosi
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Un libro che, partendo dal titolo, è pieno di citazioni più o meno esplicite e rimandi ai film horror anni 70, Dario Argento in testa, ma che si sviluppa come un vero e proprio thriller, portando il lettore in una spirale di eventi ricca di colpi di scena e cambi di prospettiva.
Il protagonista, da semplice testimone di un incidente stradale, si ritrova vittima di una minaccia che si rivela essere molto vicina ma che ha radici lontane, nel passato.
E come nei film horror, il lettore si ritrova davanti un personaggio che suo malgrado, viene costretto dagli eventi a continuare la sua ricerca da solo,nell’indifferenza delle forze dell’ordine, sprofondando sempre più nel delirio di un folle che stringe il cerchio attorno a lui, senza apparente via d’uscita.
Una narrazione che mantiene sempre un ritmo serrato, senza perdersi in inutili lungaggini e che grazie all’uso della prima persona, sia per il protagonista che per gli intermezzi dove a parlare è l’assassino, rende la lettura ancora più avvincente, coinvolgendo il lettore nell’incubo del protagonista e nei folli deliri dell’assassino, regalando così brividi fino all’ultima pagina.

Cristina Aicardi

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