Paolo Grugni è uno scrittore che non scende a compromessi con le sue idee, militante mi verrebbe da dire. Coerente. E nella sua prosa tutto questo si sente. Una scrittura precisa la sua, diretta, chirurgica quando serve proprio come il protagonista di questo romanzo, Alessandro Bellezza, un medico di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, con la carriera e la famiglia distrutte, che una notte ritrova per caso sotto la neve una donna apparentemente morta, sfuggita a un tentato omicidio. Da qui prende le mosse una storia politica (ma anche animalista) fatta di intrighi e di doppiogiochisti dove nessuno è davvero chi sostiene di essere. Durante la ricerca di un serial killer di donne si svelerà al lettore un panorama più ampio: servizi segreti deviati, verità che non devono emergere, piani di destabilizzazione democratica che minacciano l’intero Paese…
Con L’odore acido di quei giorni – da oggi in libreria – Grugni ha scritto probabilmente il suo miglior noir, una storia tesa, ricca di colpi di scena che utilizza la narrativa di genere per raccontare, com’è giusto, altro ovvero l’Italia del 1977, un anno cruciale per la nostra democrazia: bombe, attentati, scontri di piazza fra gli studenti e i carro armati mandati da Cossiga per disperderli…
Una vicenda raccontata in prima persona, come ama fare lo scrittore milanese, una storia da leggere e su cui riflettere; specialmente coi tempi che corrono.
